
Radioterapia è un’eccellenza Superati i 250 casi trattati
Un reparto che funziona e che è diventato un’eccellenza dell’ospedale di Sondrio. È quello di Radioterapia Oncologica che, alla vigilia dei suoi primi cinquant’anni (operativo dal 1974), conferma con i numeri la sua attrattività sia nei confronti dei pazienti valtellinesi che di quelli provenienti da fuori provincia e fuori regione. Nei primi 5 mesi del 2023 il fatturato è salito di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 2022, quasi 2,2 milioni contro 1,5, per quasi 10 mila prestazioni. Per la prima volta sono stati superati i 250 casi trattati, per un dato che, a fine anno, oltrepasserà i 500. In aggiunta, eseguiti oltre seimila esami ecografici, in particolare addominali, il 20% in più rispetto al 2022. I numeri significativi si estendono alla Pet, una delle attrezzature che ha contribuito ad elevare il livello della dotazione del reparto: rispetto all’anno scorso, l’incremento degli esami effettuati è stato di oltre 15% e a fine anno si sfioreranno i mille, quando già arrivare a 800 sarebbe stato un grande successo. Ma i numeri non sono o non dovrebbero essere tutto quando si valuta un reparto. E questo è "vincente" perché può contare su un’équipe al completo guidata dal dottor Claudio Barbonetti che, da febbraio, è direttore del Dipartimento Servizi Clinici che comprende, oltre a Radioterapia Oncologica e Medicina Nucleare, Anatomia Patologica, Trasfusionale, Radiologia, Fisica Sanitaria e Laboratorio di Analisi. Con lui operano 6 medici specialistici, 11 tecnici, 8 infermieri e 5 impiegati amministrativi.
"Il fatto che arrivino pazienti da lontano - sottolinea Barbonetti - testimonia come vi sia grande considerazione per il reparto. I pazienti possono contare su una struttura tecnologicamente all’avanguardia e su personale preparato che, grazie al supporto tecnologico, è in grado di fornire servizi all’altezza sia per quanto riguarda la diagnostica che la radioterapia". È di queste settimane l’implementazione del sistema di gating respiratorio, l’apparecchiatura all’avanguardia che migliora la precisione dell’erogazione dei raggi in base all’apnea del paziente escludendo i suoi movimenti. Se prima il paziente era guidato vocalmente dai medici nel bunker, oggi attraverso un piccolo monitor dotato di un sistema di visualizzazione grafica, è lui stesso a verificare il momento in cui la macchina eroga le radiazioni, per trattenere il respiro. Fulvio D’Eri