REDAZIONE SONDRIO

Quattro nei guai per la casa di riposo senza requisiti

Violazione delle norme sanitarie ed esercizio abusivo della professione. Decreti penali al posto del carcere

Il personale della casa di riposo per persone non autosufficienti “Insieme non si invecchia“ di Cantù non aveva i requisiti idonei a esercitare la professione. Così le quattro figure di riferimento sono state raggiunte da un decreto penale per esercizio abusivo della professione e per violazione del testo unico delle leggi sanitarie. Il provvedimento è stato notificato ad Antonietta Mazzone, 56 anni, Noemi Ticona Quispe, 45 anni e Mirela Doci, 49, tutte residenti a Cantù, e Oksana Nevelska, 53enne di Besana Brianza.

La prima, in qualità di socio fondatore dell’associazione che gestiva la struttura, è stata imputata di violazione delle leggi sanitarie, che prevedono che "nessuno può aprire o mantenere in esercizio case o pensioni per gestanti senza speciale autorizzazione", e di esercizio abusivo della professione: il gip di Como Francesco Angiolini, le ha notificato un decreto penale di 1.500 euro in conversione di 20 giorni di reclusione. Alla Ticona, che rispondeva di solo esercizio abusivo della professione sanitaria, 1.125 euro in conversione di 15 giorni, mentre alla Doci e alla Nevelska 750 euro in conversione di 10 giorni.

Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Antonio Nalesso, avevano ricostruito che nella struttura di via Paradiso, composta da due appartamenti, era stata avviata una attività "socio sanitaria per persone non autosufficienti, priva delle caratteristiche organizzative, gestionali e strutturali richieste, e in assenza di idoneo titolo abilitativo".

Inoltre le quattro donne avrebbero esercitato l’attività infermieristica senza avere titoli che le abilitassero somministrando farmaci per via orale o con iniezioni, e compilando i fogli di terapia individuale, con il piano di assistenza da loro redatto per ogni ospite della struttura. Attività che era stata portata avanti fino al giugno 2019, quando un controllo svolto dai Nas di Milano aveva fatto emergere la mancanza dei titoli per esercitare e le carenze abilitative della struttura. Ora, assistite dall’avvocato Massimo Guarisco, le quattro indagate dovranno decidere entro due settimane se oblare il decreto penale e accettare la sanzione determinata dal giudice o se opporsi e affrontare il processo, per difendersi dall’accusa.

Pa.Pi.