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Nuovi profughi in Valle, il sindaco di Val Masino: "Li accoglieremo se selezionati"

La ricetta di Iobizzi: "Solo così avviene l’integrazione e la comunità può arricchirsi" di FRANCESCA NERA

Profughi (De Pascale)

Val Masino, 16 aprile 2016 - La Valtellina si prepara ad accogliere i 35 profughi che, in queste ore, andranno a sommarsi ai 560 già dislocati sull’intero territorio provinciale. La Prefettura ha già preso contatto con alcuni municipi per riuscire a collocare i migranti in tempi rapidi e nel modo più adeguato possibile. Fra questi il Comune di Val Masino che però, prima di garantire la propria disponibilità, intende vederci chiaro. «Il flusso migratorio è un fenomeno che non può essere in nessun modo eliminato - commenta il sindaco Domenico Iobizzi - ma al tempo stesso andrebbe gestito con un po’ più di criterio». I parametri da seguire, secondo Iobizzi, dovrebbero adattarsi alle caratteristiche specifiche di ogni comunità e, se possibile, anche alle esigenze delle stesse. In poche parole «persone giuste nel posto giusto».

Domenico Iobizzi, sindaco di Val Masino (National Press)

«Per favorire il processo di integrazione gli stranieri dovrebbero essere selezionati e non assegnati a un Comune in maniera casuale - sottolinea il primo cittadino -. Per quanto riguarda Val Masino, la comunità sarebbe più adatta ad accogliere delle famiglie con bambini piuttosto che ragazzotti dai 20 ai 30 anni che, generalmente, sono i più difficili da gestire. Mi riferisco a persone che, potenzialmente, potrebbero contribuire al recupero della nostra agricoltura. Quell’agricoltura che appartiene al nostro glorioso passato e che, sono convinto, sarà anche il nostro futuro».

Nell'ottica di Iobizzi l’accoglienza potrebbe rappresentare dunque un valore aggiunto non indifferente per la sua comunità. «Così facendo - prosegue - saremmo in grado dare una mano a chi ha più bisogno e queste persone contribuirebbero a loro volta a vivacizzare la nostra realtà locale». Tuttavia il sindaco è ancora cauto e, prima di spalancare le porte ai profughi, intende valutare a fondo la situazione consultando di persona anche i suoi cittadini. «Prima di garantire la nostra disponibilità - conclude - è necessario confrontarci con la cittadinanza per poi, eventualmente, programmare un’azione mirata. Personalmente, non posso imporre niente a nessuno».