
Un gruppo di immigrati (Foto archivio)
Sondrio, 15 aprile 2016 - Sono 35 i migranti che, probabilmente già oggi, verranno collocati nelle varie strutture dislocate in provincia di Sondrio e che si andranno ad aggiungere ai 560 già ospitati sul territorio. «Ci stiamo muovendo per organizzare al meglio la loro accoglienza - spiega don Augusto Bormolini, vicedirettore della Caritas diocesana di Como e Sondrio -. Alcuni di loro, presumibilmente una decina, verranno subito collocati a Tresenda dove un privato ha messo a disposizione una casa di sua proprietà. I restanti verranno temporaneamente distribuiti presso alcuni alberghi della provincia».
La tempestività e la buona volontà di Caritas però non sono sufficienti ad arrestare le difficoltà che spesso l’accoglienza comporta. «Il problema principale della Valtellina è che non è facile gestire aggregati numerosi all’interno di comunità molto piccole come le nostre. Gli scogli da superare riguardano soprattutto la lingua e l’aspetto sanitario. Anche se il problema più ingombrante rimane la gestione dei cosiddetti “impauriti”, cioè noi con i nostri timori nei confronti di chi è “diverso”».
La nuova ondata di profughi ha preso il via ieri con l’arrivo di cinquecento profughi a Milano, smistati poi nelle varie realtà lombarde. Tra oggi e domani gli stranieri raggiungeranno anche la provincia Sondrio dove, per far fronte all’emergenza immediata, verranno assegnati ad alcune strutture alberghiere locali.
«Per quanto riguarda la Valtellina il problema è che i migranti vengono accolti in maniera poco capillare: i gruppi di stranieri sono troppo numerosi e le comunità troppo piccole. Se la loro collocazione sul territorio fosse organizzata in maniera più articolata allora in pochi si accorgerebbero della loro presenza e si eviterebbero molte polemiche al riguardo».