COLORINA
di Michele Pusterla
Un’altra tragedia della montagna in Valtellina. Un’altra vittima nella nutrita schiera degli appassionati cercatori di funghi, in particolare i pregiati porcini che, negli ultimi tempi, gli esperti dicono che dovrebbero trovarsi con una maggiore facilità nei boschi delle alpi Orobie e Retiche.
Ad andare a caccia dei preziosi boleti non solo tanti residenti, ma anche numerosi escursionisti provenienti dalle provincie limitrofe a quella di Sondrio.
L’ultima disgrazia, avvenuta poco dopo le 9 di ieri, ha avuto per vittima un fungiatt bergamasco. A perdere la vita, infatti, è stato Ezio Scarpellini, 72 anni, che risiedeva a Dalmine, grosso centro in provincia di Bergamo.
L’incidente è successo nella valletta che conduce verso la Valmadre, distante dal Cornello Alto a circa mille metri di altitudine. Aveva raggiunto il versante bergamasco delle alpi Orobie e da lì, dopo aver superato il passo alpino, si era diretto nella zona montuosa e boschiva che sovrasta Colorina.
È precipitato in un dirupo - secondo la ricostruzione dei soccorritori - per diversi metri. Lo ha trovato un altro fungiatt che ha lanciato l’allarme con il suo telefonino, ma quando gli operatori di Areu (Agenzia regionale emergenza e urgenza) sono giunti sul posto, in un’area particolarmente impervia, per lo sfortunato escursionista bergamasco non c’era più nulla da fare. Al medico non è restato altro da fare che constatare il decesso.
All’intervento nei boschi delle alpi Orobie, che sovrastano l’abitato di Colorina, hanno preso parte gli uomini del Soccorso Alpino della VII Delegazione di Valtellina e Valchiavenna, unitamente ai militari del Sagf della Guardia di Finanza di Sondrio e ai Vigili del fuoco del Comando provinciale di Sondrio.
Informato dell’accaduto il magistrato di turno della Procura sondriese che, nelle prossime ore, probabilmente disporrà la semplice ricognizione cadaverica, senza ordinare l’autopsia sul cadavere di Scarpellini.
In un secondo momento, probabilmente già nella giornata di oggi, verrà rilasciato il nullaosta per la restituzione della salma ai familiari.
Quello che raccomandano sempre i soccorritori è di avventurarsi nei boschi mai da soli, ma in compagnia di almeno un’altra persona e di segnalare ai parenti, prima della partenza, i luoghi che si intendono raggiungere e quando, verosimilmente, si suppone di fare ritorno a casa.
In questo modo, in caso di incidenti, è più agevole allertare le squadre di soccorso, indicando anche pur con una certa approssimazione il punto dove concentrare le ricerche del disperso o del ferito il quale dovrebbe anche portare con sè un telefono cellulare, oltre a indossare calzature idonee e indumenti adatti ad affrontare la montagna. Pure nei casi eventuali di dovere trascorrere la notte all’aperto, in attesa di essere salvato dai soccorritori.