Porta via l’auto a una donna, preso latitante

Nel ’98 uccise una signora a Palermo per rubarle i gioielli. Era in fuga dai domiciliari per dare la caccia alla moglie e rapire il figlio

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di Daniele De Salvo

La 66enne lecchese non sapeva che si trattava di un killer che ha già ammazzato una donna, né che fosse evaso e neppure che stesse dando la caccia a sua moglie che lo ha lasciato, per rapire il loro figlio di 9 anni.

Quando se l’è ritrovato sulla sua Fiat Panda che ha sopreso a rubare, lei ha così provato a fermarlo avvinghiandosi alla portiera, credendo che si trattasse magari di un “semplice“ ladro d’auto. Solo dopo che lui l’ha presa a sportellate e ha messo in moto l’utilitaria trascinandola per alcuni metri sull’asfalto, ha compreso che quell’uomo sarebbe stato capace veramente di ucciderla e ha mollato la presa.

La fuga di Vincenzo Serio, siciliano di 44 anni, ora è però finita: i carabinieri lo hanno localizzato e arrestato a Fidenza, in provincia di Parma. Era a bordo proprio della Panda che martedì a Veduggio con Colzano ha rapinato alla signora di 66 anni che risiede in un paese della Brianza lecchese. Il 44enne il 22 luglio del ‘98 ha accoltellato per 64 volte e ucciso la 43enne Aurora Labruzzo, che era a casa da sola nel suo appartamento nel condominio del rione Brancaccio di Palermo, dove abitava. L’ha uccisa per rubarle i gioielli che le aveva regalato il marito.

Nonostante l’efferato delitto, parecchi altri precedenti penali tra cui estorsioni e sebbene fosse stato arrestato di nuovo nel 2020 dai militari di Merate, nella zona in cui si era trasferito, per l’ennesima rapina messa a segno all’ufficio postale di Salsomaggiore, stava beneficiando dei domicialiari con il braccialetto elettronico, che tuttavia settimana scorsa si è strappato per scappare e cercare la moglie: voleva fargliela pagare di averlo lasciato e di stare insieme a un altro e voleva riprendersi e portarsi via con la forza il loro figlio più piccolo. Per scongiurare che la trovasse, la donna e i figli sono stati trasferiti al sicuro in una località segreta protetta.

Durante la latitanza, sulla sua strada ha appunto incontrato pure la 66enne lecchese, a cui ha letteralmente scippato l’auto e che probabilmente avrebbe ammazzato senza problemi se lei non lo avesse lasciato andare. Lei lo ha formalmente riconosciuto come il bandito che l’ha rapinata. È rimasta scioccata quando ha saputo con chi suo malgrado ha avuto a che fare.

Gli investigatori, che erano comunque già sulle sue tracce ed erano pronti a tutto pur di fermarlo, perché ritenuto estremamente violento e pericolso, fortunatamente lo hanno bloccato in fretta. Ora si trova in cella, nel carcere di Parma.