
Dei tanti titoli che ha ricevuto nella sua lunga vita probabilmente il più bello è quello che gli ha voluto tributare ieri la sua comunità, intitolando a Carlo Tavecchio lo stadio della sua Ponte Lambro, il paese che amava e dal quale non si era mai voluto staccare anche negli anni in cui era a capo della Federcalcio, facendo la spola da Roma ogni fine settimana per veder giocare sul campo sotto casa quelli che considerava un po’ i suoi ragazzi. "Per me è un sogno oggi essere qui a ricordare Carlo Tavecchio insieme a tutti i suoi amici - lo ha ricordato Federico Laiso, presidente dell’Associazione calcistica Pontelambrese - Quante volte si è seduto su questi spalti per veder giocare i ragazzi e adesso potremo finalmente dire che andiamo a vedere la partita allo Stadio Tavecchio". C’era tutta la comunità di Ponte Lambro ad assistere all’evento, anche perché Tavecchio oltre che grande uomo di sport per anni è stato anche il sindaco del paese.
"Sono estremamente lieto ed onorato, a nome di tutta l’amministrazione, di essere qui oggi ad omaggiare, ricordare ma soprattutto ringraziare il nostro Carlo Tavecchio - le parole del sindaco Ettore Pelucchi - Lo facciamo proprio qui, nel suo paese, nella casa della sua Pontelambrese, insieme ai suoi familiari e ai suoi amico. Oggi quella Ponte Lambro che ha visto Tavecchio sindaco per quasi 20 anni lo ringrazia dedicandogli quel luogo del paese a cui era più legato: il campo sportivo nel quale, da quasi 50 anni, centinaia di bambini e ragazzi possono giocare, divertirsi e crescere". Commosso il ricordo dell’attuale presidente Federcalcio, Gabriele Gravina, che con Tavecchio ha lavorato fianco a fianco: "La memoria di una persona cara come Tavecchio credo che sia una memoria che acquisisce una decisa rilevanza quando si inchina ad una testimonianza di ciò che lui ci ha lasciato e ha rappresentato, una persona che ha dedicato gran parte della sua vita al mondo del volontariato e del calcio dilettantistico".
Ha partecipato alla cerimonia anche il ministro Giancarlo Giorgetti, che ci ha tenuto subito a evidenziare di essere intervenuto "non come ministro, ma come amico": "Era una persona vera, semplice, che arrivava dalla realtà e dall’esperienza e che ha portato questa realtà e semplicità in tutte le dimensioni in cui si è applicato. Queste testimonianze restano".
Roberto Canali