REDAZIONE SONDRIO

Pista di mountain bike sequestrata dal Corpo forestale

L'intervento a Mottolino: il progetto nell'oasi verde sottoposta a vincolo non rispecchia quello approvato dalla Conferenza dei servizi di Eleonora Magro

Le bici rubate sono per un uso altamente professionale

Livigno, 3 luglio 2014 - Blitz del Corpo Forestale dello Stato nella giornata di ieri sulle montagne di Livigno, in località Mottolino, per il sequestro preventivo di una pista per il freeride creata per gli appassionati di mountain bike. Opera condotta in totale difformità dal progetto approvato dalla Conferenza dei servizi, secondo le indagini degli agenti del vicequestore Andrea Turco, comandante provinciale del Cfs: "Si tratta di un tracciato che si sta realizzando in località Mottolino (la società degli impianti omonima è estranea alla vicenda), oltre i 2000 metri di quota, dove l’Apt (l’Azienda di promozione turistica) è il committente che ha dato incarico a due ditte straniere, di cui una americana, per la realizzazione della pista della lunghezza di 1.600 metri. In un’area sottoposta non solo a vincolo ambientale, ma anche paesaggistico, oltre ad essere una zona sensibile dal punto di vista idrogeologico. Abbiamo riscontrato che i lavori sono stati eseguiti in totale difformità dal progetto approvato in sede di Conferenza dei servizi e che prevedeva una larghezza del tracciato di 4 metri ma in alcuni punti, l’allargamento arriva a 15 metri".

Gli agenti della Forestale sono quindi intervenuti nella giornata di ieri nel Piccolo Tibet dopo le indagini condotte "a seguito di una segnalazione, abbiamo svolto le prime verifiche nei giorni scorsi ed effettuato un sopralluogo con il tecnico comunale – prosegue il vicequestore Andrea Turco – da qui abbiamo informato il Pubblico ministero di turno, il dottor Giacomo Puricelli, per disporre il sequestro preventivo dell’area. Adesso entro 48 ore rimettiamo i verbali del nostro intervento alla Procura e il magistrato di turno avrà a sua volta 48 ore di tempo per convalidare o meno il sequestro". L’Apt è in possesso di un permesso temporaneo di costruire, "ma indipendentemente dalla validità di questo la difformità dal progetto riscontrata è essenziale – conclude e sarà probabilmente impossibile che una volta dismessa la pista il terreno torni come prima, quantomeno non in tempi brevi, visto l’elevato danno ambientale esistente. I lavori hanno rimosso il cotico del terreno che ospitava specie arboree alpine dalla lenta crescita".