Pesi da palestra dalle mascherine del lockdown

Pesi da palestra  dalle mascherine  del lockdown

Pesi da palestra dalle mascherine del lockdown

La tiranese Michela Panizza, designer 26enne, è riuscita ad attirare l’attenzione alla design week di Milano (fuorisalone) grazie a un significativo progetto in favore del riciclo di materiale inquinante. La sua idea di trasformare in oggetti d’arte le mascherine chirurgiche ha ricevuto parecchi consensi.

Figlio del lockdown, “Peso”, così si chiama l’iniziativa della giovane valtellinese, intende alimentare filiere virtuose e sensibilizzare sulla lotta all’inquinamento da plastica. Del resto le mascherine fatte per la maggior parte in polipropilene impiegano oltre 400 anni a decomporsi e se si pensa che nel corso di un anno di pandemia sono state utilizzate oltre 1500 miliardi di mascherine si capisce quanto sia importante e urgente riuscire ad attivarsi per trovare soluzioni al benessere del pianeta. I suoi “pesi” da palestra, piacevoli da vedere e realizzati con mascherine colate, rappresentano un deciso invito ad alleggerire il mondo in cui viviamo da tutto quanto può distruggerlo. "Da sempre sono sensibile alle tematiche della salvaguardia ambientale e vorrei che lo fossero tutti - spiega Michela - Sono riuscita a recuperare oltre 15mila mascherine inutilizzate da rsa, scuole e enti e ho deciso poi di trasformarle in nuovi oggetti. Ho pensato di creare dei pesi da palestra e un sacco da boxe. Pesi proprio perchè sono convinta che il peso che stiamo lasciando sul nostro pianeta sia decisamente enorme e ognuno di noi dovrebbe attivarsi quotidianamente con azioni edificanti cercando di salvaguardare la natura. Le mascherine sono state prima cotte sciogliendole in un pentolino e poi messe in stampi per riuscire a realizzare i pesi".

Gabriela Garbellini