Paola Pioppi
Cronaca

Nesso, pensionato va a pesca e prende due alborelle: denunciato

Il 71enne avrebbe violato la normativa che contrasta il “bracconaggio ittico nelle acque interne” in un periodo di divieto per consentire la riproduzione

Pesca di frodo alborelle. Denunciato

Pesca di frodo alborelle. Denunciato

Nesso (Como) – Il provento del reato, come da prassi, è stato messo sotto sequestro e poi destinato alla distruzione, essendo un bene non più restituibile al termine dell’iter di esame della condotta del presunto reo, e di convalida di quanto messo sotto sigilli. Perché nell’arco di quei due o tre giorni intercorsi tra la contestazione sollevata dalla polizia provinciale, le due alborelle, qualificate come utile ricavato dalla pesca di frodo, potevano solo essere destinare allo smaltimento tra i rifiuti.

Così di loro, in un ipotetico e futuro procedimento giudiziario, rimarrà traccia solo nelle due scarne pagine di verbale redatto per motivare la liceità dell’esproprio. La contestazione, a carico di un pensionato di 71 anni di Nesso, è di essere stato sorpreso, lo scorso 3 dicembre, a pescare con barca a canna da pesca poco distante da casa, in condizioni che violerebbero il contrasto al "bracconaggio ittico nelle acque interne", in un periodo di divieto per consentire la riproduzione. Così gli agenti hanno provveduto a sequestrare la barca da diporto, e la canna da pesca con mulinello, ma soprattutto il provento del reato: le due alborelle.

Due giorni dopo, il magistrato della Procura di Como ha disposto la restituzione della barca e della canna da pesca all’indagato, ma non del pesce, per il quale ha disposto la distruzione. Il quantitativo, a differenza di quanto accade spesso in casi di questo genere, non poteva essere donato a mense di solidarietà o circuiti di beneficenza, vista l’esiguità di quanto il pescatore di frodo aveva ottenuto nella sua uscita. Ora spetterà alla Procura di Como stabilire come procedere in merito alla contestazione penale per la quale il pensionato è stato iscritto sul registro degli indagati, con tanto di nomina di un difensore, l’avvocato Emanuele Rosapinta.