Nel villaggio degli operai. Il lavoro allo specchio fra passato e sfide future

Trenta appuntamenti ospitati nel luogo simbolo della rivoluzione industriale. Momento nostalgia sul “miracolo economico“ e focus sulle imprenditrici.

CAPRIATE (Bergamo)

Più di trenta appuntamenti per raccontare il mondo del lavoro nelle sue molteplici sfaccettature, tra passato, presente e futuro. Storie, tra fantasia e realtà, ambientate nei luoghi di lavoro, la vita degli operai ai tempi del cosiddetto “miracolo economico“ italiano, l’evoluzione tecnologica, l’archeologia industriale, il patrimonio informatico, l’imprenditoria femminile: sono solo alcuni dei numerosi temi che verranno trattati in incontri, performance teatrali, conferenze. Prende il via oggi, per concludersi il 24 novembre, la quinta edizione di Produzioni Ininterrotte, il festival di letteratura del lavoro a Crespi d’Adda, villaggio operaio che si trova a Capriate San Gervasio, gioiello di archeologia industriale, tuttora abitato, nato intorno al Cotonificio Benigno Crespi ( tra i più noti industriali lombardi della seconda metà dell’800), fondato nel 1878: esempio di città industriale, gioiello di archeologia recente, perfettamente conservato, protagonista di una importante storia di valorizzazione urbana e, dopo anni di degrado, riconosciuto nel 1995 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. "È un festival – spiega l’ideatore Giorgio Ravasio, presidente dell’associazione Crespi d’Adda – che intende fare della cultura del lavoro e della valorizzazione del nostro patrimonio storico gli strumenti in grado di ridare un futuro al nostro Paese".

Due gli appuntamenti in programma oggi all’Unesco Visitor Centre di Crespi d’Adda: alle 10 Giorgio Bigatti, Renè Capovin e Fabrizio Trisoglio presentano "Verso la Water Route. Vie d’acqua della Val Padana, per raccontare i luoghi e gli obiettivi 2024 della prima Water Route d’Italia, illustrando il ruolo fondamentale dell’acqua nel bacino del Po. Alle 17, invece, Massimo Bernardi presenterà il libro "I fantasmi della Fabbrica Alta": La Fabbrica Alta di Schio (Vicenza) è opera di Alessandro Rossi, fondatore di una "company town spesso accomunata al villaggio operaio di Crespi come modello urbanistico e sociale.

Michele Andreucci