Morto a Samolaco, lo straziante addio a Federico: "Un bravo ragazzo che amava la vita"

A Mese l’ultimo saluto al ragazzo dopo il terribile schianto in auto

I funerali di Federico

I funerali di Federico

Mese (Sondrio), 4 aprile 2017 - Morire a 20 anni, mentre stai scoprendo il mondo. A Francesca Geronimi, 20 anni di San Giacomo e Federico Cerletti 23 di Mese, è accaduto nella notte tra mercoledì e giovedi. I due ragazzi, a bordo di un’auto di piccola cilindrata, mentre rientravano a casa, si sono impattati contro una Bmw X5 guidata da un’altro giovane di Piuro. Ieri i funerali: Federico alle 10 nella chiesa parrocchiale di Mese, Francesca a Chiavenna al San Lorenzo alle 15.30. Un lunghissimo corteo composto in maggioranza da coetanei, ha percorso lentamente il tratto di strada che dall’abitazione di Federico, conduce alla Chiesa di San Vittore, dove ad attendere il feretro, si era formata una moltitudine di gente. Nessuno ha voglia di parlare, in sottofondo si sente solo la musica dell’organo che accompagna il coro e i canti religiosi.

Preceduto di qualche minuto da papà Cerletti, accompagnato dalla moglie Maria Grazia, il corteo, è giunto al sagrato e condotto a spalla da coetanei all’interno della chiesa. «Due ragazzi che non dovevano fare questa brutta fine - dicono con voce sommessa alcuni amici - Federico era una persona squisita, il classico bravo ragazzo che amava la vita. Un po’ timido, quando ti conosceva meglio era superlativo, simpatico e allegro». 

Era sempre molto prudente, aggiungono. Era un patito per le moto, ma sempre con i piedi per terra, senza mai esagerare. Federico, l’ultimo di tre fratelli (Gianfranco ed Emanuele), lavorava a Mese nell’azienda famigliare: vendita di poltrone, divani e materassi. Oltre alle moto amava il calcio. «Un ragazzo che non aveva vizi, un compagno ideale per stare in allegria - aggiungono - non beveva ne fumava, conduceva una vita morigerata senza tanti fronzoli». Il sindaco di Mese ha espresso profondo cordoglio personale e di tutta l’amministrazione comunale. «Conoscevo bene la famiglia, in particolare la mamma Maria Grazia. Genitori e fratelli sono affranti dalla tragedia di Federico, ragazzo esemplare che ha scelto di vivere con i genitori impegnandosi nell’azienda di famiglia». Dopo la funzione religiosa officiata dal parroco don Amedeo Folladori, affiancato da Don Casimiro Digoncelli, la salma è stata sepolta nel vicino cimitero.