Mario Melazzini via da Sondalo. Per lui il prestigiosissimo incarico di direttore sanitario del Niguarda di Milano. È arrivata ieri come un fulmine a ciel sereno, almeno per quel che riguarda la tempistica, la notizia della nomina, da parte del dg Alberto Zoli, di Melazzini quale direttore sanitario dell’azienda Socio Sanitaria Territoriale Grande Ospedale Metropolitano Niguarda. Decisione legittima ma che priva il Morelli di una figura importante o che, perlomeno, era stata ritenuta tale un po’ da tutti gli attori al momento della sua nomina. L’avvento di Melazzini era stato valutato con positività anche dal Comitato Morelli Autonomo del presidente Ezio Trabucchi. "Alla fine si è trattato di un mezzo bluff - commenta amareggiato Trabucchi -. La sua nomina per i sindaci dell’Alta Valle e per l’assessore regionale Sertori, che ne hanno sempre rivendicato la scelta, Melazzini rappresentava la soluzione per il rilancio del Morelli. Inizialmente enfatizzato poi sempre più abbandonato al suo destino da parte soprattutto dei sindaci che, nella loro costante confusione ed incoerenza, hanno alla fine rispolverato la vecchia e farlocca ipotesi della “Fondazione pubblico-privata“.
Ipotesi scartata dallo stesso Melazzini che la definì inattuabile. Il dottor Melazzini avrebbe dovuto rimanere in Valtellina 2 anni, se n’è andato via, un poco in sordina, dopo un anno. Non vi è stato rilancio, solo un tentativo di riorganizzazione con luci ed ombre. Non vi è stata l’auspicata discontinuità con la politica sanitaria di Regione e Asst Valtellina di Saporito. L’abbiamo sostenuto lealmente, con suggerimenti e critiche costruttive. A Melazzini, gentile e garbato, il ringraziamento per l’impegno". F.D’E.