Missionario ferito da una mina Ha perso un piede

LECCO

I medici hanno dovuto amputare una gamba e operare già tre volte in pochi giorni padre Norberto Pozzi, il missionario carmelitano di 71 anni originario di Lecco che venerdì è saltato su una mina antiuomo nella Repubblica Centraficana. "Ma ho parlato con lui ed è di buon umore", assicura il confratello padre Aurelio Gazzera. Il religioso lecchese è ricoverato in ospedale a Entebbe in Uganda, dove è stato trasferito con un elicottero dei militari dell’Onu che partecipato alla missione di pace Minusca. I medici hanno tentato il possibile per salvargli l’arto, ma le schegge e la deflagrazione gli hanno distrutto il piede ed è subentrata anche un’infezione: se non lo avessero amputato il missionario sarebbe morto di setticemia. È stato lo stesso Claudio, il fratello medico di padre Norberto, a suggerire l’amputazione insieme al medico dell’ambasciata italiana di Kampala, capitale dell’Uganda. La mina, esplosa lungo la strada tra Bozoum e Bocaranga, zona nord-ovest del Centrafrica, non era stata piazzata lì contro il missionario, era lì da almeno un anno, innescata probabilmente da alcuni combattenti rivoluzionari. Sulla Toyota Land Cruise di padre Norberto c’erano anche altre quattro persone. D.D.S.