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Scuola infermieri di Faedo
Faedo (Sondrio) – Altri 5 infermieri pronti per il mondo del lavoro dal corso di laurea di Faedo. Festa ieri mattina, presso la Sala Bettini della sede orobica, per i neo laureati che hanno terminato il percorso di studi triennale proposto dall’Università Bicocca.
Tra i vari dati snocciolati nel corso della mattinata, da segnalare che i 5 nuovi laureati vanno ad aggiungersi agli altri dell’anno accademico per un totale di 15. Nell’anno accademico 2023/24 gli immatricolati sono 112, spalmati sui tre anni, per la stragrande maggioranza provenienti dalla Lombardia (e molti dalla provincia di Sondrio). La situazione a livello regionale, così come in ambito nazionale, non è di certo rosea con una carenza di infermieri che, unitamente a quella dei medici, sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario. Ma è tutto il settore che è in subbuglio, tanto che ieri c’è stato uno sciopero nazionale di 24 ore di medici, dirigenti sanitari e infermieri che, tra le altre cose, chiedevano: assunzione di personale, detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, depenalizzazione dell’atto medico e la cancellazione del taglio alle pensioni.
Sulla situazione infermieristica in Valle abbiamo sentito il presidente provinciale dell’Ordine Infermieri Giuseppe Franzini. "La situazione, così come a livello nazionale, non è di certo rosea – dice -. Da noi in provincia di Sondrio mancano circa 200 infermieri per coprire il fabbisogno delle varie strutture ospedaliere. Il sistema, con questi numeri, è in sofferenza nella sua globalità ma a patire di più sono purtroppo le Rsa e le case di comunità appena istituite. Solo all’ospedale di Sondrio ne mancano 50. Mancano le "vocazioni": pensiamo che a livello nazionale ci sono solo 9.000 iscrizioni alle facoltà per diventare infermieri mentre ce ne sono 13.000 per quelle di medicina. Faedo ne laurea ogni anno alcuni ma i numeri sono esigui".
Il problema principale? "Le retribuzioni sono basse, a livello europeo siamo davanti solo alla Grecia". Le soluzioni? "Importare operatori sudamericani come detto da Bertolaso potrebbe al limite essere una soluzione-tampone. Per risolvere la problematica bisogna valorizzare la professione e adeguare gli stipendi".