Madre e figlio uccisi dal carico caduto dal Tir, tre lievi condanne

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Chiedeva giustizia per la moglie e il figlio, morti il primo ottobre 2019 in un incidente, quando un Tir perse il carico di legname che investì la loro auto, uccidendoli. E oggi, dopo la sentenza nei confronti dei 3 accusati, per colpa, di aver cagionato la morte di Maria Grazia Pomoli, insegnante 55enne molto stimata della “Ligari“ di Sondrio, e del figlio studente 15enne Matteo (foto), all’Alberghiera “Caurga“ di Chiavenna, Enrico Dei Cas lo dice chiaramente: "Non è stata fatta giustizia. È un caso di diseducatività culturale, passa il seguente messaggio: “posso essere superficiale e negligente, causando la morte di 2 persone senza subire conseguenze“. Una sentenza vergognosa".A processo ieri Pietro Pozzi, 76 anni, presidente del Cda della ditta Pozzi Albino Srl, proprietaria dell’autoarticolato; Giuseppe Pozzi, 67 anni, che nell’azienda ricopre il ruolo di responsabile del servizio prevenzione e protezione; e Massimo Busi, 52 anni, dipendente, era lui alla guida del mezzo pesante. Tutti di Colico, dove ha sede la ditta, e hanno patteggiato: un anno e 6 mesi per il titolare, un anno e tre mesi per il responsabile della sicurezza, un anno e 10 mesi per l’autista, pene sospese. Erano accusati di omicidio stradale. Pietro Pozzi era accusato di non aver adeguatamente formato il suo dipendente; Giuseppe Pozzi non avrebbe adeguatamente vigilato sulla delicata operazione. Il carico non era posizionato nè fissato correttamente, il materiale era stato distribuito in modo asimmetrico e in parziale assenza di pali montanti in grado di sostenerne anche trasversalmente il moto. Problemi, poi, per i dispositivi di ancoraggio (cinghie, catene e funi), che secondo quanto emerso erano inadeguati (nastri neri non etichettati e non idonei all’uso poichè usurati), non conformi alle normative vigenti e insufficienti (2 quelli utilizzati contro i 27 minimi necessari) a stabilizzare il carico. Michele Pusterla