Ludopatia, allarme in Valtellina. Ecco quanti soldi si spendono ogni giorno

Massimiliano Gianotti, sociologo sondriese, ha scritto un libro sul tema: "Bisogna informare le persone sui rischi che corrono e sulle poche possibilità di successo. Educhiamo al pensiero razionale"

Folla alle slot machine (Archivio)

Folla alle slot machine (Archivio)

Sondrio – La ludopatia è una malattia che purtroppo sta colpendo sempre più i valtellinesi. E il giro di soldi gettato alle ortiche scommettendo su ogni cosa, giocando con le cosiddette "macchinette" o slot machine o col gratta e vinci, tanto per citare alcuni giochi che possono provocare queste dipendenze, è incredibile: ogni giorno in Valtellina si giocano 700.000 euro.

Una cifra mostruosa che la dice lunga sul fenomeno della ludopatia, ovvero quella condizione di dipendenza dal gioco d’azzardo, anche in una provincia piccola come è quella di Sondrio. Una vera e propria piaga sociale che coinvolge i giovani ma non solo.

Un’azienda “fiorente”

Il valtellinese Massimiliano Gianotti, sociologo e presidente di Ans Lombardia, ha scritto un libro sull’argomento dal titolo "Ludopatia e gioco d’azzardo". Il fenomeno della ludopatia riguarda tutta l’Italia, Paese in cui si gioca un quinto di tutto il "giro" mondiale in miliardi di euro. "Su 500 miliardi di euro giocati, 120 miliardi sono italiani. Non esiste un’azienda in Italia che sia cresciuta così tanto, soprattutto in un contesto storico di difficoltà economica e di crisi come". In Valtellina i numeri sulla ludopatia sono sconvolgenti.

“Sì, ogni giorno in Valtellina si giocano orientativamente 700mila euro. E stiamo parlando del pre Covid. Ogni giorno buttiamo via un bel gruzzolo. Numeri impressionanti, pubblici, e per i quali ringrazio la cooperativa Lotta contro l’emarginazione".

Cifre preoccupanti

Gianotti snocciola altri numeri. "In Valtellina spendiamo 1.586 euro all’anno pro capite per il gioco con punte di oltre 2.000 euro in Bassa Valle. E col Covid le cose non sono di certo migliorate, anzi. Nel fenomeno della ludopatia ci sono tanti paradossi: il primo è che è lo Stato che propone questi giochi e li incentiva e poi il fatto che chi è in crisi gioca di più. In una provincia piccola come la nostra ci sono 200 esercizi in cui si può giocare tra i quali ben 20 sale da gioco. Intendiamoci, il gioco non è da demonizzare tout court ma è il gioco ossessivo e compulsivo che non va assolutamente bene. Soluzioni? Innanzitutto informando le persone sui rischi che si corrono, sulle bassissime possibilità di successo e educare al pensiero razionale".