Lo splendore e le incertezze. L’arte del ‘900 al MuSa

La mostra "Dallo splendore alle incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata" a Brescia presenta opere di artisti del Novecento, esplorando le trasformazioni storiche e artistiche del periodo. Curatori: Federica Bolpagni, Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi.

Lo splendore e le incertezze. L’arte del ‘900 al MuSa

Lo splendore e le incertezze. L’arte del ‘900 al MuSa

Dall’incontro del MuSa di Salò con un’importante collezione privata del territorio, nasce la mostra “Dallo splendore alle incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata“: fino all’8 settembre, oltre cinquanta opere realizzate da alcuni dei maggiori esponenti della storia dell’arte della prima metà del Novecento. La mostra, a cura di Federica Bolpagni, Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, parte dalle atmosfere dominate dallo splendore tipico della Belle Époque, prima di approdare agli scenari minati dalle incertezze dei periodi post bellici, i cui esiti contribuirono a spegnere gli entusiasmi iniziali. Ascrivibile alla prima fase è la sala dedicata alla musica, all’interno della quale il Pianoforte viennese M. Schott del compositore salodiano Marco Enrico Bossi è il perno attorno al quale si innestano le tele di Angelo Landi, la Donna con mandolino di Cesare Monti e Il violinista di Emilio Rizzi. Lungo l’allestimento, condotto col doppio criterio cronologico e tematico, i fasti e la magnificenza del periodo sono inoltre incarnati dalle figure femminili di Gian Emilio Malerba, Giuseppe Renda, ancora Bucci e Landi, Josef Dobrowsky e Koloman Moser, austriaco, tra i fondatori insieme a Gustav Klimt della Secessione viennese. Il racconto di alcuni dei decenni più intensi della storia italiana prosegue con la fiducia nel progresso e la glorificazione della guerra tipiche del periodo. Emblema di tutte le incertezze racchiuse nel titolo, invece, è il Dono Americano di Bucci, con le sue coloratissime latte americane dipinte sullo sfondo di una desolata e bombardata Milano, chiude con amara ironia l’intera mostra. Lungo tutta la mostra, s’intrecciano storie di vita, aneddoti e curiosità su autori, luoghi e soggetti ritratti, emersi durante gli studi.

Federica Pacella