Livigno: chi era Vincenzo Galli, lo scialpinista ucciso da una valanga sul monte Motto

Il corpo dell'uomo, 48 anni, è stato individuato dai soccorritori in fondo a un canalone, 800 metri più in basso rispetto alla vetta

Vincenzo Galli

Vincenzo Galli

Livigno - È precipitato in fondo a un dirupo innevato, profondo alcune decine di metri, dopo essere stato travolto da una valanga, mentre sul monte Motto, 2700 metri circa, era impegnato in un’escursione di sci-alpinismo in territorio comunale di Livigno. Una tragica fine quella di Vincenzo Galli, 48 anni, geometra nel Comune di Livigno, dove risiedeva con l’adorata moglie Roberta Marchesini, originaria di Grosio, e collega alle dipendenze del Municipio.

Informatosi sulle favorevoli condizioni meteo, aveva deciso di concedersi una gita in solitaria sulla montagna denominata il Motto, da dove, in un paesaggio mozzafiato partendo in mezzo a un bosco di larici si sale lungo il crinale, in cima al quale si può ammirare il lago di Livigno. È la vetta del Baitel di Stur, ristrutturato ad opera della locale sezione venatoria e dove molti vi bivaccano. Anche Galli aveva deciso di trascorrere la notte in quota e di scendere a valle per la mattinata di ieri, ma non vedendolo arrivare e non riuscendo a contattarlo al cellulare la moglie Roberta, attorno alle 11.30, ha allertato i soccorsi. Le squadre del Soccorso Alpino della VII Delegazione e del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Bormio hanno individuato il corpo riverso in fondo a un canalone.

"È stato tradito proprio dalla montagna, la sua passione che affrontava sempre con grande prudenza", ricorda l’amico Paolo. E altri livignaschi ne ricordano la professionalità: "Lavorava all’Ufficio Tributi del Comune ed era sempre disponibile per un consiglio, per rispondere a un quesito".