Le mostre di fine anno: "Piccole ma preziose"

L'Accademia Carrara chiude l'anno della Capitale della Cultura con due esposizioni preziose: una su Tiziano e l'Aretino, l'altra su Hiroshi Sugimoto. Un'occasione per dimostrare la stima di cui gode a livello nazionale ed estero.

Le mostre di fine anno: "Piccole ma preziose"

Le mostre di fine anno: "Piccole ma preziose"

L’Accademia Carrara chiude al meglio il 2023, anno della Capitale della Cultura, con due esposizioni "piccole ma preziose", per usare le parole della direttrice Maria Cristina Rodeschini. Si tratta di Tiziano e l’Aretino.

La prima esposizione presenta il ritratto di un protagonista del Rinascimento, appunto Tiziano, a cura di Paolo Plebani, Giulia Zaccariotto e della stessa Maria Cristina Rodeschini (aperta fino al 1° aprile 2024). C’é il Ritratto di Pietro Aretino eseguito nel 1545 dall’amico Tiziano, con il quale strinse un sodalizio per la conquista delle corti di allora. Il dipinto è affiancato da opere che spaziano dalla grafica alla medaglistica all’editoria. Letterato e promotore di se stesso, tra le specificità dell’Aretino ci sono anche le medaglie auto-raffiguranti che univa alle proprie epistole: le creava in quantità seriale per usarle come strumento di propaganda per le proprie opere.

La seconda esposizione allestita alla Carrara (aperta fino al 25 febbraio) riguarda invece Hiroshi Sugimoto, architetto, designer e fotografo che, come ricorda il curatore della mostra Filippo Mangia, "non si concede facilmente". Eppure, per Bergamo ha fatto un’eccezione. Ha concesso all’Accademia Carrara alcuni scatti di Opera House, un progetto che lo ha visto girare l’Italia scattando foto a teatri senza pubblico con al centro uno schermo da cinema.

In questi ultimi progetti espositivi la Carrara dimostra la stima di cui gode a livello nazionale ed estero. La mostra sull’Aretino, uno dei maggiori letterati del ‘500, è basata su un prestito proveniente dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, a Firenze.

Michele Andreucci