Le missionarie: "Non lasciate solo chi scappa"

Donatella e Gloria sono due focolarine che il 24 febbraio, quando è scoppiata la guerra, si trovavano a Kiev

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"State vicini alle persone che arrivano in Italia dall’Ucraina. Hanno bisogno di abiti, farmaci e alimenti in scatola, ma soprattutto di non sentirsi soli". Donatella e Gloria, due missionarie focolarine che il 24 febbraio quando è scoppiata la guerra si trovavano a Kiev e sono state svegliate dai colpi di fucile ieri si sono collegate con piazza Duomo dove si è svolta la manifestazione Pellegrini di pace per portare la loro testimonianza. "Appena sono entrati i carri armati - hanno raccontato - noi siamo state portate a 800 chilometri, nella zona ovest del Paese e stiamo bene. Ma pensiamo a chi sta fuggendo e a chi è costretto a rimanere". All’incontro promosso dal Servizio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Pavia, guidato da don Michele Mosa, e "il Ticino", con l’adesione di diverse associazioni, hanno partecipato circa 200 persone. Tra queste anche il sindaco Fabrizio Fracassi insieme agli assessori Anna Zucconi (servizi sociali) e Alessandro Cantoni (istruzione). "Nei giorni scorsi, quando Liliana Segre ha detto che mai avrebbe pensato di sentire ancora risuonare i cannoni in Europa - ha detto il primo cittadino - ho ripensato alle parole che la senatrice aveva pronunciato a Pavia, quando le avevamo consegnato la benemerenza. Rivolgendosi agli studenti si era augurata che nessuno commettesse gli errori del passato e invece ci risiamo". Le preoccupazioni per gli attacchi alle centrali nucleari e un forte desiderio di pace si sono fatti sentire. "Il popolo ucraino ha il diritto di vivere nel proprio Paese governato dai politici che ha legittimamente eletto" ha sottolineato padre Alessandro Tovt, della comunità ucraina greco-cattolica che oggi radunerà nella chiesa di San Giorgio tutti gli ucraini. Manuela Marziani