La vita “schifa“ di Momò Orlando apre il Donizetti

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Inizia nel segno di Silvio Orlando, uno degli attori di teatro e di cinema più amati dal pubblico e premiati dalla critica, la stagione di prosa della Fondazione Teatro Donizetti, che quest’anno ha già fatto registrare un record a sipario ancora chiuso: 4.688 abbonamenti, con un incremento pari a quasi il 15% rispetto allo scorso anno.

L’artista napoletano porterà in scena, da oggi a domenica, La vita davanti a sé, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore francese Romain Gary Emile Ajar. Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, il romanzo è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che, dopo aver abbandonato la “professione“, tira avanti prendendosi cura "degli incidenti sul lavoro" delle colleghe più giovani.

Nello spettacolo teatrale, già rappresentato con successo in diverse città italiane, Orlando conduce il pubblico dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò, diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. Il risultato è un autentico capolavoro per tutti, dove la commozione e il divertimento coinvolgono il pubblico. Il genio di Ajar ha anticipato il tema principale dei temi contemporanei: la convivenza tra culture, religioni e stili di vita diversi. Il mondo appare all’improvviso piccolo, claustrofobico. I flussi migratori si innestano su una crisi economica che, soprattutto in Europa, sembra diventata strutturale, creando nuove e antiche paure.

Nel proseguio della stagione di prosa, Michele Placido reciterà ne La bottega del caffè di Carlo Goldoni, Ottavia Piccolo racconterà la vicenda di Edda Pucci, sindaca di Palermo che si schierò contro la mafia, e Arturo Cirillo nella sua proposta del Cyrano De Bergerac di Rostand.

Michele Andreucci