CARLALBERTO BIASINI
Cronaca

La Polizia Penitenziaria protesta . I sindacati: "Manca personale"

Sondrio, i rappresentanti degli agenti chiedono un turnover e figure apicali fisse nel capoluogo "Le nostre richieste vanno anche a garantire i diritti degli ospiti della casa circondariale" .

"Se il carcere di Sondrio e il personale che ci lavora non servono chiudiamolo". Ovviamente è una provocazione, ma è indice del malcontento che regna fra gli agenti della Polizia penitenziaria che lavorano nella casa circondariale del capoluogo. Una realtà periferica, costruita a inizio del ‘900, non attrattiva per chi è in servizio.

A farsi portavoce del personale in divisa sono i sindacalisti Giuseppe Pulignano (segretario Cisl Fns), Daniele D’Orazio (segretario Uilpa) col collega Matteo Calbini, Pasquale Sconamiglio (segretario Uspp) e Marcello Sandalo (segretario Osapp). Le sigle sindacali unite, da martedì 23 aprile, hanno proclamato lo stato di agitazione (analoga protesta era durata da novembre a febbraio scorsi) e non escludono ulteriori passi per far valere le loro ragioni. I problemi ruotano intorno ai numeri del personale e alla mancanza di turnover da circa 5 anni (un nuovo agente arriverà a luglio). Gli uomini in divisa secondo il ministero dovrebbero essere 26 nella struttura di via Caimi (il numero dei detenuti varia da 30 a 35). I sindacalisti fanno però presente che oggi gli effettivi sono 20 e – secondo loro - ne servirebbero 10 in più. "Non ci manca la volontà di lavorare – fanno presente i rappresentanti della Penitenziaria – ma le ore di contratto che dovrebbero essere sei al giorno sono diventate otto fisse per la carenza di organico. Le ore di straordinario vengono spesso superate. Vogliamo delle certezze a nostra tutela e per garantire i diritti dei detenuti che, come ci è stato riconosciuto, trattiamo con grande umanità".

Ricordano che sono stati tre i tentativi di suicidio sventati dal personale di via Caimi nell’ultimo anno e solo dieci giorni fa c’è stata un’aggressione a due uomini in divisa da parte di un detenuto. Fortunatamente la prognosi per i poliziotti è stata di pochi giorni. Secondo i rappresentanti sindacali le novità introdotte per la gestione degli ospiti della struttura durante il giorno hanno aggravato la situazione. I detenuti oggi con la “gestione chiusa” devono essere seguiti costantemente dagli agenti nelle otto ore di attività all’interno del carcere (palestra, corsi di inglese piuttosto che informatica). Con la “gestione aperta” invece, gli ospiti, sempre fuori dalle celle, erano meno vincolati al programma giornaliero. Gli agenti fanno inoltre presente che due colleghi sono vicini al congedo (in Italia mancano 16mila addetti), che gli uomini in divisa hanno un’età sempre più alta e che a Sondrio ci vorrebbero figure apicali non in missione ma fisse. Questo – a detta dei sindacalisti - permetterebbe di redigere progetti per i detenuti: "La struttura di Sondrio essendo piccola e in una realtà sana, dovrebbe essere un fiore all’occhiello fra i penitenziari italiani con lavoro esterno nelle cooperative per gli ospiti che ne hanno diritto. Questo migliorerebbe la loro situazione e faciliterebbe il nostro lavoro".