FEDERICA PACELLA
Cronaca

La guerra delle acque Scatta la diffida dei sindaci

Lettera dei primi cittadini del Chiese contro la società pubblica. Al centro della querelle il bando per la progettazione definitiva del depuratore . .

La guerra delle acque Scatta la diffida dei sindaci

di Federica Pacella

Corsa contro il tempo per fermare l’avvio del bando di gara per la progettazione definitiva del depuratore del Garda che prevede i due impianti a Gavardo e Montichiari con scarico del Chiese.

Ieri i sindaci di Montichiari, Gavardo, Muscoline, Prevalle, Bedizzole, Bagnolo Mella, Calvagese della Riviera, Vallio Terme, Paitone, Remedello, Calvisano e la Comunità montana di Valle Sabbia hanno inviato una lettera di diffida ad “Acque Bresciane“, che nella seduta del Consiglio di amministrazione di oggi, 30 marzo, potrebbe esaminare ed approvare la documentazione di gara.

Nella lettera, i sindaci si riservano anche di "richiedere il risarcimento di tutti i danni patrimoniali ed ambientali che la vostra condotta (di “Acque Bresciane“, ndr) dovesse cagionare alla collettività".

A monte ci sono le ragioni già espresse in varie sedi in questi anni. I sindaci spiegano, ad esempio, che, da parte dell’Ufficio d’ambito di Brescia, la Valutazione Ambientale Strategica "non è mai stata avviata per le opere di collettamento e depurazione della sponda bresciana del lago di Garda, a differenza di quella veronese".

I primi cittadini contestano anche che la nomina del commissario (il prefetto di Brescia) non abbia rispettato quanto previsto dal decreto legge del 18 aprile 2019, in quanto l’opera del Garda non è mai stata individuata tra gli interventi infrastrutturali caratterizzati da un elevato grado di complessità progettuale.

Si vedrà cosa accadrà nel Cda di oggi; fino a ieri, “Acque Bresciane“ ha preferito non commentare la diffida dei sindaci. Intanto, qualche novità potrebbe emergere la prossima settimana, quando è in calendario l’incontro tra il presidio 9 agosto ed il ministro dell’Ambiente.

Domani, proprio il presidio celebrerà i 600 giorni di permanenza sotto il Broletto, su cui incombe il rischio sfratto visto che il Comune di Brescia ha dato parere negativo all’ultima richiesta di occupazione del suolo pubblico.

Gli attivisti hanno presentato ricorso: il Tar ha rinviato l’udienza al prossimo 10 maggio.