"La cocaina sull’auto? Non so chi l’abbia messa"

Sondrio, interrogata l’infermiera al volante di una Panda con a bordo due amici arrestati sabato dai carabinieri: all’interno della vettura c’era un etto di droga.

"La cocaina sull’auto?  Non so chi l’abbia messa"

"La cocaina sull’auto? Non so chi l’abbia messa"

"La droga che i carabinieri hanno trovato sull’auto non era mia e neppure dei due miei amici dominicani che viaggiavano con me. Non ho proprio idea su chi possa averla messa a mia totale insaputa. Mai avuto a che fare, in vita mia, con attività di spaccio".

Si è difesa così ieri nell’interrogatorio di convalida, davanti al giudice Fabio Giorgi, l’infermiera di ospedale, Cinzia Rocca, 45 anni, che, nella notte fra venerdì e sabato, alla guida di un’auto di piccola cilindrata è stata fermata a un posto di blocco, in città, dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sondrio. La donna, incensurata, residente a Sondrio, assistita di fiducia dall’avvocato Francesco Romualdi, quando è incappata nel controllo era al volante di una Fiat Panda di proprietà della madre, a cui risulterebbe intestata. E sull’utilitaria i militari, oltre a trovare un etto di cocaina, hanno rinvenuto un grosso coltello da cucina. In manette è finita l’infermiera unitamente ai passeggeri, Ervin Ricardo Disla Loudior, 41 anni, nato a Santo Domingo, un precedente per falso, ieri difeso d’ufficio dal legale Veronica Camero dello studio Speziale di Morbegno, e Manuel Emilio Nivar Doseis, 33 anni, nativo di Monte Plata, residente a Cantù (Como), con qualche precedente per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, patrocinato di fiducia da Livia Zanetti di Como. Uno dei due stranieri, davanti al gip Giorgi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. I difensori hanno chiesto la scarcerazione dei tre, con misure meno restrittive, mentre il giudice si è riservato la decisione nelle prossime ore. È ipotizzabile ottengano gli arresti domiciliari.

Michele Pusterla