Inascoltata, si suicidò "Sabrina abbia giustizia"

Ardenno, parla Varisto l’ultimo compagno della donna che lanciò tanti Sos "Da viva non è stata aiutata da chi avrebbe dovuto. Basta chiudere gli occhi".

Inascoltata, si suicidò   "Sabrina abbia giustizia"

Inascoltata, si suicidò "Sabrina abbia giustizia"

di Michele Pusterla

I due figlioletti di Sabrina Dell’Agostino, la 46enne mamma di Ardenno che nel maggio 2022 si uccise perchè "stanca di non essere ascoltata da chi avrebbe dovuto", sono ancora ospiti di una struttura protetta. L’altro giorno, il maschietto ha compiuto 9 anni, mentre la sorellina più grande deve compierne 12 a luglio. Sono accolti nella comunità dal giorno in cui la donna inscenò quel goffo tentativo di suicidio con il gas, un gesto che aveva la finalità di richiamare su di sè l’attenzione di chi avrebbe potuto liberarla dall’incubo di un uomo dal quale, da tempo, diceva di essere maltrattata.

Invece a finire nei guai fu lei. Indagata per tentato duplice omicidio dei bambini e sottoposta ai domiciliari, quando le venne revocata la misura restrittiva per un’altra meno pesante, ossia l’obbligo di dimora, si trasferì in un alloggio a Montagna e qui cercò di ricostruirsi la sua vita a pezzi. Sempre con un obiettivo ben preciso in testa: cercare di ritornare a vivere con i suoi adorati bimbi, ai quali non faceva mancare nulla, e avere giustizia per le angherie che da tempo subiva. Ora avrà, probabilmente, giustizia postuma. La Procura di Sondrio, infatti, come anticipato ieri da “Il Giorno“, ha chiuso l’inchiesta a carico di Marco Piccagnoni: i magistrati chiedono venga processato per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking. Il giudice ha già fissato la data dell’udienza preliminare che si terrà fra poche settimane.L’uomo che ha cercato di aiutare Dell’Agostino, assieme all’avvocato Valentina Baruffi, all’inizio del procedimento penale risultava iscritto come persona offesa, salvo poi apprendere in questi ultimi tempi di non esserlo più. "A me non interessa esserlo, per avere al processo, che mi auguro sia celebrato presto, un risarcimento danni - dichiara Mario Varisto, 54 anni, di professione tipografo che per circa 7 mesi è stato convivente della vittima -. Io ho il mio lavoro e non ho bisogno dei soldi degli altri. Già non è stata difesa prima, mi auguro soltanto che ora diano la possibilità a chi l’ha conosciuta e sostenuta, come ho fatto io, di raccontare ai giudici le violenze che ha subito. Ho testimoniato ciò che sapevo quando sono stato convocato in questura e chiedo che anche chi è chiamato a giudicare mi ascolti e valuti. Voglio che Sabrina, a cui oggi porto una preghiera appena posso e un mazzo di fiori sulla sua tomba ad Ardenno, abbia, almeno da morta, finalmente giustizia. Dico basta all’ipocrisia delle “panchine rosse“ per poi non fare nulla quando una donna chiede aiuto".