Il Triduo si rimette in moto A illuminarlo 266 candele

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Centesimo compleanno per la "macchina del triduo" di Capriolo (Brescia), che fino a questa sera sarà accesa alle 18.30 durante la messa dei defunti, così come è stato fatto ieri e venerdì. A realizzarlo sono stati una decina di volontari riuniti nella Confraternita del Santissimo Sacramento, coordinati dal parroco don Giuseppe Attilio Mattanza, supportato dallo storico Luca Bianchetti e dal maestro Marco Tomasi di Roè Volciano. "Il lavoro che abbiamo svolto con il prevosto – spiega il volontario Luca Refentini – è stato molto. Per noi è stato davvero bello e importante, oltre che significativo dal punto di vista spirituale. Non solo. Sappiamo che il Triduo è fatto per l’intera comunità cattolica e che a Capriolo la tradizione un tempo era davvero molto sentita". Don Giuseppe Attilio ha voluto sottolineare che "grazie all’artigiano di Roè Volciano, mio amico, la macchina è completa. Mancava un pezzo che è stato realizzato. Potremo ammirare la macchina del Triduo in tutta la sua sontuosità e bellezza. Non solamente. Grazie a un ingegnoso marchingegno ideato dai Confratelli del Santissimo Sacramento, che si sono avvalsi di abili artigiani capriolesi, la raggera si innalzerà dietro la macchina del Triduo durante il canto di esposizione. Essa culmina con una bella corona sorretta da altri due angeli che ho acquistato in un mercatino dell’usato a Milano, veramente belli e preziosi perché scolpiti nel legno". A illuminare il Triduo saranno ben 266 candele.

"L’idea del prevosto, che ha progettato personalmente tutto l’ampliamento della raggera, è di arrivare a 365 candele di modo da rappresentare tutti i giorni dell’anno. Il prossimo anno saranno realizzati degli scudi sui pilastri della chiesa e tutto ciò che serve per completare il vero Triduo". "L’usanza del Triduo dei Morti a Capriolo ha origini antichissime – spiega Luca Bianchetti – già nel 1743 esisteva una Confraternita del Suffragio che si occupava del triduo".

Milla Prandelli