Il pedofilo è un maestro, scatta l’arresto

Fermato a Roma, il 50enne è accusato di aver contattato almeno tre ragazzine su internet inducendole a scatti e ripese hot

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di Beatrice Raspa

Si fingeva un simpatico diciassettenne in cerca di nuove amicizie, in realtà era un uomo di 50 anni in cerca di lolite da cui ottenere videochiamate e scatti hard. Un maestro di scuola elementare - precario - originario di Novara arrestato nei giorni scorsi a Roma con l’accusa di adescamento e violenza sessuale ai danni di minorenni, produzione e detenzione di materiale pedopornografico. A smascherarlo sono stati gli agenti della Polizia postale di Brescia, perché è proprio da Brescia che è partita la prima denuncia, ad opera della madre di una ragazzina di 12 anni. Preoccupata dal cambio repentino di atteggiamento della figlia, spesso ombrosa e soprattutto attaccata di continuo allo smartphone, la signora ha spiato nel suo telefonino. E vi ha trovato una raffica di selfie e filmati erotici con la studentessa nei panni di protagonista, tutti inviati a un numero di telefono sconosciuto. Siamo a marzo 2021. L’indagine, coordinata dal pm Ettore Tisato, è stata lunga e laboriosa. Ma alla fine ha permesso di risalire all’’utilizzatore finale’ della pedopornografia, un insospettabile cinquantenne abituato a stare a contatto con i bambini in quanto appunto insegnante nelle scuole elementari.

Per molto tempo è stato irrintracciabile. Per un periodo residente in Calabria, è stato localizzato lo scorso maggio a Roma, dove dimorava tra alberghi e case di amici. A scovarlo sono stati gli agenti del Commissariato della Capitale, preallertati dai colleghi bresciani. Muniti di decreto di perquisizione, i poliziotti hanno sequestrato il telefono del maestro, e all’interno hanno trovato la conferma dell’ipotesi investigativa: 144 file, tra foto e video hot, prodotti da adolescenti indotte all’autoerotismo. Stando all’inchiesta, la studentessa di Brescia non è stata infatti l’unica a finire nella rete. Almeno altre due ragazzine, di Modena e dell’Aquila, sarebbero state adescate, e potrebbero essercene altre. Il cinquantenne usava un sistema collaudato per ottenere quello che voleva: si infiltrava nelle chat in voga tra minori usando un software in grado di modificare i tratti somatici così da fingersi un ragazzo in cerca di conoscenze. Il profilo falso gli serviva da grimaldello per entrare in confidenza con le prescelte, che convinceva a fotografarsi e a riprendersi nude mentre si masturbavano, e a prestarsi a videochiamate a luci rosse. Per chi indaga, un fenomeno in crescita tra minorenni. Di qui il consiglio: "Genitori, non perdete di vista i vostri figli".