
Il grande coraggio di denunciare. Violenze in casa, condanna severa
Abusata per 7 anni, fin da quando ne aveva appena 11, e poi stalkerizzata e minacciata affinché non confermasse le accuse. È quello che è accaduto ad una ragazza residente all’epoca dei fatti nel Morbegnese. E l’orco, che viveva in casa sua, ieri è stato condannato a 8 anni e 6 mesi.
Alla sbarra Antonio Scappaticcio, 54 anni, nato a Milano e ora detenuto nel carcere di Opera per altra causa. In tribunale a Sondrio, davanti al collegio formato dai giudici Carlo Camnasio (presidente), Francesca Palladini e Giulia Estorelli ha dovuto rispondere delle accuse di violenza sessuale aggravata e stalking. Gli episodi contestati hanno avuto inizio nel 2014, quando la vittima, figlia della sua convivente, aveva 11 anni. L’uomo iniziò con avvicinamenti sessuali per arrivare, quando aveva 13 anni, ad abusare di lei 2 o 3 volte a settimana. La costringeva a subire atti sessuali, sempre quando la mamma - ieri in aula con l’avvocato Enza Mainini che le ha assistite - non era in casa, e la minacciava di toglierle il telefono, non le permetteva di andare in oratorio, di fare l’animatrice o al corso di teatro, addirittura di picchiare un suo amico e compagno di scuola. E la pedinava.
Gli abusi sono proseguiti, seppur diradandosi, finché ha vissuto nella casa della sua compagna e della figlia. Poi, nell’aprile 2021, la fine della relazione e anche delle violenze. A quel punto la ragazza lo ha denunciato, e Scappaticcio ha cambiato tipo di violenza, ma non l’ha lasciata in pace. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Giulia Sicignano che ha coordinato le indagini, perseguitava la giovane, ormai 18enne, anche con l’intento di convincerla a ritirare o quanto meno ridimensionare le pesanti accuse.
Si appostava vicino a casa e fuori da scuola, tanto che la ragazza soffrì di attacchi di panico e crisi di pianto, smise di uscire, non portava più il cane a spasso. E la tormentava utilizzando i social, aveva creato una serie di profili falsi con cui contattava lei e amici. Poi, telefonate dal contenuto minaccioso e messaggi in segreteria telefonica con i quali le diceva che non doveva uscire con i ragazzi e le intimavacome comportarsi. Tutto questo fino a giugno 2021. E ora, 2 anni più tardi e con lui in carcere, l’incubo è finito. Scappaticcio è stato pure condannato al risarcimento dei danni alla vittima, costituitasi parte civile. La somma dovuta verrà decisa in altra sede, ma i giudici hanno disposto già una provvisionale subito esecutiva di 10mila euro.