Sono preoccupati i sindaci del Meratese e Casatese. Ma anche sfiduciati. Sono preoccupati per il presente e il futuro dell’ospedale di Merate, mentre la fiducia l’hanno persa per Paolo Favini, dg Asst di Lecco, di cui fa parte il Mandic. "Abbiamo difficoltà a relazionarci con lui, nonostante noi siamo i responsabili della salute pubblica dei paesi che amministriamo – spiega per tutti i colleghi del Meratese il portavoce Fabio Vergani di Imbersago -. Non c’è dialogo, non ci comunica quali siano i progetti che riguardano l’ospedale. Sarebbe gravissimo se venisse confermato che vuole trasformarlo in una sorta di cronicario o Centro riabilitativo, perché a noi non è stato annunciato nulla di tutto ciò, anzi".
A garantire loro che il presidio resterà un ospedale di primo livello è stato il sottosegretario regionale leghista Mauro Piazza, che li ha incontrati con altri 2 consiglieri regionali lecchesi, il fratello d’Italia Giacomo Zamperini e il dem Gian Mario Fragomeli. "È stata una riunione lunga, partecipata e articolata – prosegue Fabio Vergani, insieme ad Ave Pirovano di Cremella, rappresentante dei sindaci del Casatese -. Noi e i cittadini siamo preoccupati, siamo saturi, non ne possiamo più di come versa l’ospedale di Merate. Vogliamo che il Punto nascita resti, che le sette sale operatorie lavorino a pieno regime, che resti un punto di riferimento, appetibile per i pazienti e per gli operatori sanitari". I sindaci chiedono pure un’accelerata per la sanità territoriale e l’integrazione con l’ambito sociosanitario: "Le Case di comunità sono contenitori vuoti, non funzionano". Divulgheranno il documento per chiedere in Regione garanzie e interventi per l’ospedale di Merate. D.D.S.