SARA BALDINI
Cronaca

Ha ucciso la moglie a coltellate. Marito in silenzio dal giudice. I vicini: beveva e la picchiava spesso

Il gip del Tribunale di Lecco ha convalidato il fermo di Mohammed Rebani che aveva confessato il delitto. Il figlio della coppia aveva chiesto di allontanarlo da casa dopo i continui abusi a cui venivano sottoposti. .

Il gip del Tribunale di Lecco ha convalidato il fermo di Mohammed Rebani che aveva confessato il delitto. Il figlio della coppia aveva chiesto di allontanarlo da casa dopo i continui abusi a cui venivano sottoposti. .

Il gip del Tribunale di Lecco ha convalidato il fermo di Mohammed Rebani che aveva confessato il delitto. Il figlio della coppia aveva chiesto di allontanarlo da casa dopo i continui abusi a cui venivano sottoposti. .

POGGIRIDENTI (Sondrio)

Oggi a Sondrio si svolgerà l’autopsia sul corpo di Emilia Nobili, e alla Procura di Sondrio, competente per territorio, sarà portato materialmente tramite i Carabinieri di Lecco il fascicolo aperto per l’omicidio della donna di Poggiridenti, accoltellata a morte giovedì dal marito Mohammed Rebani. È stato lo stesso uomo, venerdì sera, bloccato in centro a Lecco da una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile per un controllo, a confessare il delitto.

I militari dell’Arma hanno dunque avvisato i colleghi del Comando di Sondrio che, recatisi a Poggiridenti nella parte alta, in Contrada Nobili, sono saliti all’ultimo piano della palazzina dove la coppia abitava e hanno, purtroppo, avuto conferma di ciò di cui il marocchino si era autoaccusato. Emilia era in camera da letto in un lago di sangue, senza vita.

Poco distante dalla casa coniugale, sono stati trovati anche l’arma e i vestiti utilizzati dall’uxoricida durante il delitto e dei quali poi si era disfatto. Ieri il gip del Tribunale di Lecco ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per Mohammed Rebani. Nel corso dell’interrogatorio di convalida l’uomo, assistito dall’avvocato Marcello Di Sclafani, si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha fornito un movente dell’aggressione mortale. Un’aggressione che molti, soprattutto in paese, hanno letto come il finale prevedibile di un matrimonio più che trentennale infarcito di botte e soprusi, di cui sarebbe stato vittima a più riprese anche Karim, il figlio della coppia. Dell’uomo di 31 anni, ingegnere in una grande ditta valtellinese, si è parlato in questi giorni perché la recente decisione della madre di riaccogliere a casa il padre, dopo che questi era finito anche in carcere per non aver rispettato il divieto di avvicinamento alla casa coniugale, gli aveva fatto prendere la decisione di troncare i rapporti con la madre. "O lui o me". E la mamma aveva scelto di “salvare“ dalla strada il marito.

"Mohammed non aveva nulla e nessuno ed Emilia, di nascosto da me, aveva ripreso ad aiutarlo – racconta Cristina Bordoni, l’avvocato della donna uccisa – Lui è sempre riuscito a tenerla in pugno, a impietosirla, a tenerla dalla propria parte. Purtroppo non siamo riusciti a convincerla a non tornare sui propri passi". "Una persona cattiva e in più beveva parecchio e la picchiava spesso", ha aggiunto un vicino di casa.

Nei pressi della casa ieri c’era anche Karim, che non ha però voluto rilasciare dichiarazioni. I parenti parlano di un giovane uomo spaesato e distrutto, preoccupato soprattutto di difendere il buon cuore della mamma, ferito dai quei "se l’è cercata" che in troppi si ostinano a ripetere, commentando il tragico epilogo di questo che, almeno per Emilia, era amore.