
La donna di 52 anni di origine straniera si è presentata nei giorni scorsi alla tenenza di Mariano Comense
Un calcio sulla ferita dell’intervento all’ernia, assestato con le scarpe antinfortunistiche dalla punta rinforzata. È uno degli episodi più violenti denunciati da una donna di 52 anni di origine straniera di Cabiate, che nei giorni scorsi si è presentata ai carabinieri della Tenenza di Mariano Comense e mercoledì è stata ascoltata in Procura, come prevede la procedura per le vittime di reati che rientrano nel Codice Rosso. Sposati da oltre venticinque anni, senza figli, entrambi con un lavoro stabile in Italia, fino ad alcuni anni fa non avevano mai avuto momenti critici. Otto anni fa, per motivi che la donna non riesce a comprendere, l’atteggiamento del marito, 49 anni, è radicalmente cambiato, diventando sempre più aggressivo e violento anche per motivi banali. La donna ha iniziato a subire aggressioni e minacce dentro casa, che non ha mai voluto denunciare nonostante alcuni accessi al pronto soccorso, convinta che si trattasse di una brutta parentesi che si sarebbe risolta. Negli ultimi tempi, dopo minacce in cui l’uomo ha utilizzato grossi coltelli da cucina, ha iniziato a temere che le botte potessero diventare ancora più dure, da rischiare la vita.
Oltre al calcio all’inguine avvenuto due anni fa, durante un discussione avvenuta mentre i due si trovavano in un parco, l’uomo aveva afferrato il polso della moglie, stringendolo fino a fratturarlo. In casa la donna è stata più volte picchiata utilizzando oggetti trovati in cucina o nelle stanze, tra cui coperchi di pentole in acciaio. Oppure immobilizzata spingendola contro la parete e minacciata di essere soffocata stringendole un avambraccio alla gola. La denuncia elenca una quantità di altre percosse subite negli ultimi anni, in alcuni casi refertate dal pronto soccorso, senza che mai venisse raccontata la versa causa di quelle lesioni.
Pa.Pi.