di Sara Baldini
Cronaca

Cristina Bordoni, legale di Emilia Nobili, uccisa dal marito a Poggiridenti: l’avevo sconsigliata, così come ha fatto il figlio che disse “o me o lui”

“Ha riaccolto il marito spinta dalla sua bontà. Non se l’è cercata. Era generosa, non stupida. Non sopportava l’idea di lasciarlo in mezzo alla strada”

Poggiridenti, la casa dove abitava Emilia Nobili (nel riquadro)

Poggiridenti, la casa dove abitava Emilia Nobili (nel riquadro)

Poggiridenti (Sondrio), 4 agosto 2025 –  Emilia Nobili è la vittima. Punto. Non “se l’è andata a cercare”, come purtroppo ho sentito dire e letto in tanti commenti superficiali. Emilia, semplicemente, era una donna buona. Buona, ripeto, non stupida. Anzi”.

L’avvocato Cristina Bordoni del Foro di Sondrio il giorno dopo la notizia dell’uxoricidio di Poggiridenti, con la morte della sua cliente – l’insegnante in pensione di 75 anni accoltellata a morte dal marito di 11 anni più giovane, il marocchino Mohamed Redami – è molto scossa. “Non me l’aspettavo, ma da quando aveva deciso di riaccogliere in casa il marito la tenevo sotto controllo, ogni 3-4 giorni la chiamavo oppure la invitavo a passare in studio per un saluto”, racconta. Così è stato probabilmente giovedì, giornata nella quale con tutta probabilità Redami ha commesso il delitto. Le indagini sono in corso e l’orario della morte di Emilia è ancora da definire, anche perché il marito, dopo essersi disfatto del coltello e dei vestiti insanguinati, poi ritrovati dai carabinieri non lontano dall’abitazione sita in Contrada Nobili, nella parte alta del paese, si è diretto verso Lecco dove poi venerdì sera, fermato dai carabinieri, ha confessato l’omicidio. Resta da capire anche come Redami abbia raggiunto la città manzoniana. Non possedendo auto o è salito su un pullman (i treni tra Tirano e Lecco sono sospesi) oppure ha fatto l’autostop o chiesto un passaggio a un conoscente. Dettagli, di fronte alla tragica fine della donna.

“Un delitto che deve fare riflettere anche perché non stiamo parlando di una giovane uccisa dal compagno che non può accettare che lei intenda lasciarlo o abbia un’altra persona – fa riflettere l’avvocato Bordoni –. Emilia era una nonnina, una donna dolce e buona. Veniva da me in studio e aveva sempre un libro con sé, la borsina della spesa. Quando il marito fu arrestato e in seguito recluso, il figlio della coppia tornò a vivere con la mamma e ricordo che Emilia mi confidò di essere felice, perché stavano ricostruendo il proprio rapporto”. Rapporto che, però, si è incrinato definitivamente alcuni mesi fa, quando la mamma aveva comunicato a Karim, che ha 31 anni ed è ingegnere, la decisione di riaccogliere a casa il padre.

Omicidio a Poggiridenti, la casa di Emilia Nobili
Omicidio a Poggiridenti, la casa di Emilia Nobili

Le avevo sconsigliato di farlo e il figlio le intimò addirittura “O me o lui” – continua l’avvocato – Pur amando tantissimo Karim, di cui andava orgogliosa, la bontà di Emilia ha avuto il sopravvento. Non poteva sopportare l’idea di sapere il marito per strada, abbandonato a sé stesso. L’uomo non aveva nessuno, non aveva soldi. Lei, di nascosto da me, aveva ripreso a fargli avere vestiti e biancheria pulita, cibo e denaro sino a decidere, del tutto impietosita, di riaprirgli la porta. Purtroppo però, lo si è visto, se una persona è violenta, l’indole è quella e riaffiora, non di rado proprio dopo momenti di calma apparente”.