FULVIO DOMENICO D'ERI
Cronaca

Cinque grandinate in un mese: vigneti sotto stress. Dimezzata la produzione di Sassella

Il vigneron Luca Faccinelli: "Installare reti protettive? La soluzione non è così semplice"

Chicchi di grandine (Archivio)

Chicchi di grandine (Archivio)

Sondrio – La grandine ha rovinato metà raccolto delle uve Sassella mentre quelle del Grumello si sono salvate. L’ennesima tempesta, quella di lunedì sera che ha imperversato sulla zona del Sondriese, ha provocato ulteriori danni ai vigneti e, in particolar modo, a quelli della zona del Sassella, dove si produce il buon vino valtellinese, uno dei must insieme allo Sforzato, al Grumello e all’Inferno.

Quella di lunedì è stata la quinta grandinata di un mese di luglio veramente nero per quel che riguarda le colture, in generale, e in particolare per i terrazzamenti vitati, candidati a diventare patrimonio dell’Unesco, flagellati dai chicchi di grandine.

"È un luglio nerissimo – dice Luca Faccinelli, un produttore di vini valtellinesi -, questa è la quinta volta che viene toccata dalla grandine la zona del Sassella. Lunedì sera si è verificata un’altra grandinata, sebbene non fortissima, che, sommata alle altre, ha provocato altri danni agli acini dei grappoli di uva in maturazione. Da una prima stima, effettuata velocemente, possiamo dire che quest’anno la perdita di produzione del Sassella si aggira intorno al 50%. Un gran bel danno. È andata meglio nella zona del Grumello, interessata solo marginalmente dalle grandinate. Lì la perdita si aggira intorno al 10%. Questa non sarà un’annata facile perché anche la Peronospera, malattia della vite che prolifera con queste condizioni meteo con tanta acqua, sta imperversando… vuol dire che punteremo sulla qualità".

Ora Faccinelli, come del resto tutti gli altri vigneron della zona, si metterà al lavoro per la conta dei danni e per le future lavorazioni.

"Non ci resta che attendere ancora qualche giorno e poi potremo quantificare perfettamente le perdite. Poi con calma si andrà in vigna e, pian piano, si pulirà la parte secca dei grappoli tenendo solo gli acini non toccati dalla grandinata e quindi quelli "utili" per la produzione del vino. Ma tutto il secco lo si riuscirà a togliere solo a settembre".

Ma non è possibile mettere delle reti a protezione dei vitigni, un po’ come succede con mele e altre colture? "La situazione è diversa per quel che riguarda l’uva e questa a mio avviso non è una via praticabile facilmente. Le reti per l’uva sono innanzitutto verticali perché i filari e le piantine vanno in pratica "impacchettati". Oltre al costo c’è anche la maggior difficoltà, rispetto ad altre colture, nel posizionare le reti. È un intervento che occupa molto tempo. E poi le reti bisogna levarle ogni volta che termina la grandine perché la piantina deve ritornare a ricevere sole e aria".