Giovane suicida in carcere Si indaga sulla sorveglianza

Sondrio, la Procura a breve conferirà l’incarico per l’autopsia sulla vittima. Ieri l’interrogatorio della presunta complice del rapinatore che si è tolto la vita

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di Michele Pusterla

Le indagini per fare piena luce sul suicidio, avvenuto l’altro pomeriggio nel carcere sondriese, come anticipato dall’edizione di ieri de “Il Giorno“, sono alle battute iniziali. Una notizia che ha scosso non solo il mondo giudiziario, ma anche la società civile, quella della tragica fine del detenuto in isolamento (non perché ritenuto pericoloso, ma per il protocollo anti Covid previsto per i nuovi arrivati nella struttura penitenziaria), David Selvaggio, 34 anni, arrestato pochi giorni fa dai carabinieri su ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Antonio De Rosa, in accoglimento della richiesta del sostituto procuratore Stefano Latorre che ha coordinato le indagini sul rapinatore seriale di donne in Bassa Valle.La svolta all’inchiesta è arrivata quando Selvaggio ha fatto un colpo a Morbegno, aiutato dalla compagna, con l’auto di quest’ultima, ai danni dell’unica vittima di sesso maschile, individuati entrambi dai carabinieri della locale caserma che al caso-rapine hanno lavorato con i colleghi del Nucleo operativo della Compagnia di Chiavenna unitamente ai militari della Stazione di Delebio. Ieri avrebbe dovuto tenersi l’interrogatorio di garanzia anche di Selvaggio, problemi di tossicodipendenza, come l’amica, e un curriculum di precedenti non proprio trascurabile.

Il procuratore Piero Basilone conferirà l’incarico per l’autopsia, mentre l’altro pomeriggio, subito dopo il suicidio per impiccamento, è accorso sul posto per i primi accertamenti con gli investigatori della Squadra Mobile e della Scientifica; nel frattempo le pattuglie provvedevano a chiudere l’accesso a via Caimi, la strada dove si trova la Casa circondariale. David, dimora nella zona di Dubino, si è tolto la vita impiccandosi con alcune lenzuola annodate alle sbarre della sua cella? O con i lacci delle scarpe? Doveva essere sorvegliato a vista? Era stato sottoposto a una visita psicologica dal momento del suo ingresso? tutte risposte cui dovrà dare risposta l’inchiesta. L’indagine è blindata.

Ieri, intanto, si è svolto l’interrogatorio di garanzia della presunta complice, Claudia Borzi, 32 anni, di Andalo Valtellino, reclusa al Bassone di Como. Un’ora circa di videocollegamento, per soli 10 minuti di udienza. Il gip ha accolto la richiesta della Procura di mantenimento della misura di custodia in carcere, anche se la sua posizione era assai più defilata rispetto a quella del fidanzato.

"Non svelo la strategia difensiva - si limita a dire il suo avvocato, Emanuela Stagni del Foro di Sondrio - ma posso assicurare che sono state adottate tutte le misure necessarie alla protezione della mia assistita".

Invece Orit Liss, 48 anni, da oltre un anno garante dei diritti dei detenuti per il Comune di Sondrio, lamenta la difficoltà nello svolgere la sua funzione: "Non mi lasciano vedere in che stato si trovano le celle, le reali condizioni in cui vivono i detenuti, se i servizi hanno acqua corrente. Cosa ci vado a fare se il mio lavoro, anche di controllo, è ostacolato? Così non va".