
Il funerale di Amilcare Marchetti (nel riquadro)
Tirano (Sondrio) – Basilica di Madonna di Tirano gremita ieri pomeriggio per i funerali di Amilcare Marchetti, il tiranese 54enne, dipendente A2A, tragicamente scomparso venerdì scorso cadendo nell’acqua gelida della diga di Sernio in un infortunio sul lavoro. Un lavoro che per lui significava realizzazione. Di cui andava fiero. Stava pulendo le briglie. Pare abbia perso l’equilibrio.
Una comunità intera stretta in un abbraccio interminabile di rispetto e vicinanza alla famiglia, in particolare a mamma Giuliana, al fratello Matia, alla nuora Barbara e ai nipoti. Un minuto di silenzio da parte dei colleghi, dei dirigenti di A2A e delle segreterie territoriali di Sondrio Cgil Cisl Uil, toccante tributo per ricordarlo. A don Luciano Capelli il delicato compito di trovare parole per arginare un dolore inconsolabile (accanto al vescovo delle Salomon c’erano don Ferruccio Citterio e don Stefano Arcara).
Una perdita troppo grande per essere raccontata in particolare per mamma Giuliana. Minuta, delicata, ma dall’amore forte come roccia per quel figlio che non potrà rivedere mai più. Un dolore composto, silenzioso, incessante. Non si capacita. Occhi chiari colmi di lacrime e tanta dignità. Lunedì scorso ha stretto forte tra le braccia una foto di Amilcare bambino dicendo con un filo di voce: "Viveva per me. Amava il suo lavoro. I miei figli sono tutto. Dovete portarmi in quel luogo dove è scomparso".
"Ciao comandante” scrivono gli amici più cari e i coscritti che hanno posto sul feretro, ricoperto di rose e margherite, la maglia della classe e indossato i foulard dei coetanei. A lui ieri hanno riservato pensieri di stima. "Amilcare con queste parole i tuoi coscritti del ’69 vogliono accompagnarti nella luce per testimoniare la tua unicità. Geniale, divertente: che spasso stare insieme! Ci hai fatto sorridere, abbiamo cantato, ballato, viaggiato, bevuto. Ognuno di noi conserva infiniti ricordi di questi momenti. Conoscevi tutti e tutti conoscevano te. Chi ha avuto il privilegio di cogliere la tua essenza, il tuo sapere, la tua sensibilità, si ricorderà di come riuscivi ad arrivare alle corde dell’anima. Cullalo tu natura con il tuo calore. Egli dorme nel sole. Con la mano sul petto. Calmo. Ciao comandante!". Al termine delle esequie la salma ha proseguito per la cremazione.