PAOLA PIOPPI
Cronaca

Frodi fiscali e compensi indebiti: condannata la gang delle imprese di pulizia

Pene da 4 anni e 11 mesi, 3 anni, 2 anni e 7 mesi, 2 anni e 3 mesi nel processo di primo grado celebrato in tribunale a Sondrio. Assolte due persone

Il palazzo di giustizia di Sondrio (Archivio)

Sondrio, 20 luglio 2024 – Un’organizzazione a cui facevano capo quattro persone, con specifici ruoli, finalizzata a commettere reati di frode fiscale, grazie alla presentazione di dichiarazioni fraudolente, occultamento della documentazione fiscale e compensazioni indebite, che passavano attraverso la costituzione di società cooperative del settore di pulizia e facchinaggio.

Il Tribunale Collegiale di Sondrio – Valentina Rattazzo, Francesca Palladini, Giulia Estorelli – ha condannato quattro persone per associazione a delinquere: 4 anni e 11 mesi per Fabrizia Terenzini, 66 anni, residente a Lugano ma domiciliata a Cosio Valtellino, ritenuta il "capo indiscusso dell’organizzazione criminale", organizzatore e promotore e punto di riferimento della gestione delle attività imprenditoriali riconducibili alle società, e della presentazione delle dichiarazioni fiscali.

Sarebbe stata lei a gestire i rapporti con i clienti e i sindacati, e a stabilire chi doveva diventare socio delle cooperative. Ma anche a predisporre le buste paga e a stabilire le indennità da riconoscere ai soci, "facendo percepire ad alcuni di essi, retribuzioni di gran lunga superiori a quelle degli altri".

Sono sette le società cooperative individuate durante le indagini, utilizzate per commettere i reati contestati: Logistica e pulizie, Pulifac, Novacoop Servizi, Coop-Servizi, Coop-Logik, Workgroup e Progress Service. Condanna a 2 anni e 7 mesi per Denis Genovesi, 56 anni e a 2 anni e 3 mesi per Antonio Genovesi, 79 anni, entrambi residenti in provincia di Parma, indicati con il ruolo di partecipi all’associazione con il ruolo di rappresentanti legali di alcune società.

Infine 3 anni di condanna per Paola Napoli, 49 anni di Trapani, anche lei imputata con un ruolo di organizzatrice in quanto sarebbe stata il braccio destro della Terenzini nella gestione delle società.

I fatti erano contestati a partire dal 2010, ma le condanne sono giunte solamente per le attività successive all’anno 2013.

Sono inoltre stati assolti dai giudici del capoluogo valtellinese altri due imputati.