REDAZIONE SONDRIO

Faida nei boschi della 36 "Non ho sparato, lo giuro"

Bulciago, il trentenne italiano arrestato dai carabinieri per tentato omicidio. Interrogato ieri dal giudice Catalano si è proclamato innocente. Resta in carcere.

Faida nei boschi della 36 "Non ho sparato, lo giuro"

"Non sono stato io, lo giuro". Si proclama innocente Giovanni Giuseppe Mercuri, il 30enne di Costa Masnaga, che l’altra mattina all’alba è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Lecco, poiché sospettato di aver cercato di uccidere, la sera di domenica 19 febbraio scorso, con un colpo di fucile, un cittadino marocchino di 28 anni in fuga sulla 342 Briantea, scatenando il panico tra gli automobilisti in transito sulla Como–Bergamo e innescando un incidente, in cui sono rimasti feriti incolpevoli marito e moglie di 39 e 35 anni, che hanno avuto la sfortuna di trovarsi sulla sua strada. Sarebbe stato insieme ad altri due stranieri, al momento latitanti, accusati tutti insieme di tentato omicidio e porto illegale di armi.

Ieri il gip Salvatore Catalano, che ha firmato il mandato di cattura, e la pm incaricata del caso Simona Galluzzo lo hanno torchiato per due ore durante l’interrogatorio di garanzia: lui ha risposto a tutte le domande, ma ha negato il suo coinvolgimento in quella che si prefigura essere stata una faida o un regolamento di conti per il controllo dello spaccio nei boschi della droga della Brianza. Prove certe del resto sembra non ci siano; non è stata nemmeno ritrovata l’arma da cui è stato esploso il colpo che solo per centimetri non si è rivelato letale.

"C’è tuttavia un quadro gravemente indiziario", ha però spiegato il procuratore della Repubblica di Lecco, Ezio Domenico Basso. Sarebbe stato infatti visto e riconosciuto da diversi testimoni e ci sono, inoltre, le immagini delle telecamere e i tabulati telefonici del suo cellulare, più altri elementi raccolti dagli investigatori. Non depongono a suo favore nemmeno i precedenti che macchiano la sua fedina penale: è già stato infatti condannato perché a Ferragosto del 2017 ha ferito con un fucile a canne mozze caricato a pallettoni una bambina di 6 anni, figlia di amici da cui era ospite a Rogeno, dove tra l’altro nemmeno avrebbe dovuto mettere piede perché su di lui pendeva un decreto prefettizio. È gravato inoltre pure da procedimenti per droga, lesioni personali, minaccia continuata, furto, detenzione e porto illegale di armi. Per questo resta in carcere. Daniele De Salvo