
di Camilla Martina
Vale 110 e lode il progetto ideato da Francesca Paganoni di Sondrio, Ginevra Suardi di Deiva Marina (Spezia) ed Elena Tesoro di Legnano, al termine del corso di laurea magistrale in Architettura delle Costruzioni (Politecnico di Milano). La tesi di laurea, "Salus per Vinum", frutto di una ricerca iniziata a settembre del 2019, punta al recupero e alla valorizzazione dell’ex ospedale psichiatrico di Sondrio.
Creato come città dentro la città, "si trova ancora in una posizione marginale, priva di collegamenti rapidi con il resto dell’abitato", spiegano. Da qui la necessità di riavvicinamento, sotto un segno distintivo: il vino, "elemento vitale per il territorio", precisano. Attraverso la riconfigurazione degli spazi, lo studio delle neo laureate vuole consegnare alla Valtellina "un luogo che racconti i suoi vini e il mondo dal quale provengono". A fare da filo conduttore il tema della socialità e dell’unione generata proprio da questa bevanda e, soprattutto, "quello della cultura del territorio", continuano. Una novità per una Valle che, nonostante ospiti l’area terrazzata più vasta d’Italia, "non possiede un punto di riferimento fisico che raccolga, valorizzi ed esponga le sue eccellenze, conoscibili per ora solo visitando le cantine", al contrario di quanto accade in altre zone con vocazione simile.
In posizione strategica per il sistema dei terrazzamenti, l’ex ospedale psichiatrico "diventerebbe cruciale per il turismo enogastronomico e i suoi eventi", proseguono. Ecco perché i temi affrontati sono l’accessibilità dell’area e la sua relazione con la parte bassa della città. In concreto "proponiamo una risalita pedonale che colleghi Scarpatetti all’ingresso principale della struttura, il recupero dei sette edifici del nucleo originario (direzione, padiglioni Tanzi, Chiapedi, Antonini, Chiarugi, Bianchi e la chiesetta) e l’inserimento di un nuovo volume - aggiungono -. La scelta delle potenziali demolizioni è legata alla storia e alla riconoscibilità del complesso, alla conformità agli edifici originari e al loro stato di conservazione", chiariscono le ragazze. Il vino sarà il protagonista del nuovo complesso: "Al suo interno si insedieranno l’Università di enologia e viticoltura, la Spa del vino, residenze temporanee per studenti e visitatori, un ristorante e un edificio amministrativo. Tutto ruoterà attorno al tempio del vino: la cantina che darà voce e supporto ai produttori del territorio, dando grande spazio anche alla didattica e alla sperimentazione".
Nel nuovo complesso la coltivazione si baserà sul co-wining: ripartizione dell’area vitata con affitto ai piccoli produttori che, con il supporto dell’Università e della cantina, potranno sperimentare l’attività. La cantina non sarà solo luogo di produzione ma anche di esplorazione, condivisione e incontro, grazie a uno spazio museale. Con la Spa, che sfrutterà gli scarti della lavorazione, il percorso dell’uva e dei suoi prodotti sarà completo. "Seppur ambizioso - concludono - "Salus per Vinum" vuole stimolare l’interesse verso il recupero di luoghi abbandonati, con una visione più ampia e strategica; valorizzare il vino come elemento vitale; rafforzare l’identità del territorio dandogli un riferimento fisico per il rilancio del turismo enogastronomico, anche a livello internazionale".