Emergenza siccità, addio ai monti: scarseggia l’erba nei pascoli

Se non pioverà a breve, gli allevatori dovranno riportare il bestiame in pianura in anticipo. Anche abbeverare gli animali è un problema

I prati sono bruciati e gli alpeggiatori potrebbero lasciare la montagna

I prati sono bruciati e gli alpeggiatori potrebbero lasciare la montagna

Sondrio - La siccità fa paura anche in montagna. Se la situazione dovesse rimanere quella attuale, con l’acqua che scarseggia anche ad alte quote nelle pozze e nei rigagnoli e con i pascoli bruciati, c’è il rischio che le mandrie e le greggi presenti sugli alpeggi debbano scendere in pianura due mesi prima del previsto. Sole, alte temperature e siccità bruciano i pascoli sugli alpeggi di Valtellina e Valchiavenna ma anche del comasco e del lecchese, dove l’erba ingiallisce e le pozze d’acqua usate dagli animali per dissetarsi e rinfrescarsi sono sempre più asciutte: la grande sete arriva anche ad alta quota. Lo rende noto Coldiretti Sondrio sulla base di un monitoraggio sul territorio.

«I dati sono allarmanti , se continuerà in questo modo gli alpeggiatori saranno costretti a tornare a valle con i loro animali con due mesi in anticipo e ad alimentarli con un fieno che, già ora, scarseggia e i cui prezzi sono schizzati alle stelle - commenta Silvia Marchesini, presidente dell’organizzazione agricola interprovinciale -. La situazione è davvero seria, siamo preoccupati. La siccità sta mettendo a rischio tutte le produzioni agricole anche nelle nostre valli alpine, dal mais, alla frutta, alla vite, ai formaggi d’alpeggio". Le alte temperature e la mancanza di precipitazioni sono le cause di questa situazione davvero gravissima. "L’erba dei pascoli alpini è ingiallita e asciutta sia in Valtellina che in Valchiavenna: uno scenario che si ripete da un capo all’altro della provincia di Sondrio. Ed è una situazione che spinge gli animali, laddove possibile, a cercare da mangiare nei boschi vicini e che costringe gli agricoltori ad andare alla ricerca del foraggio necessario, mentre in alcuni casi solo l’intervento di elicotteri e autobotti ha permesso di assicurare l’acqua a greggi e mandrie".

«Complessivamente – chiosa la Coldiretti Sondrio su dati regionali - sono 669 gli alpeggi lombardi, di cui 264 in provincia di Sondrio. Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche in montagna con la mancanza d’acqua che sta mettendo in crisi un sistema fondamentale per l’agricoltura e l’allevamento, con produzione tipiche, dai formaggi ai salumi, che rappresentano un patrimonio conservato nel tempo grazie all’impegno quotidiano delle imprese agricole per la salvaguardia delle colture, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari".