Albosaggia (Sondrio) - Un aiuto all’indagine, per fare piena luce sul tragico incidente dell’elicottero precipitato al Torchione, dopo avere urtato un cavo dell’alta tensione, in territorio comunale di Albosaggia, potrà arrivare dalla scatola nera del velivolo, ma anche dalle testimonianze che i carabinieri del maggiore Nicola Leone, comandante la Compagnia di Sondrio, raccoglieranno nelle prossime ore.
"L’indagine prosegue spedita e per martedì, all’obitorio dell’ospedale di Sondrio, verrà eseguita l’autopsia sul pilota Giovanni Murari a cura di due patologi provenienti da Pavia", fa il punto il sostituto procuratore Stefano Latorre, titolare con il procuratore Piero Basilone dell’inchiesta della Procura di Sondrio, parallela e in collaborazione con quella dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) i cui ispettori sono già stati in Valtellina per i primi accertamenti.
Nel frattempo i magistrati, che procedono al momento contro ignoti e quindi senza indagati per le ipotesi di disastro aviatorio, omicidio colposo e lesioni gravissime (in quest’ultimo caso per le lesioni riportate dal 17enne passeggero del pilota-istruttore originario del Veronese e che risiedeva a Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo), hanno dato disposizione ai carabinieri di spostare il relitto del velivolo biposto, un modello ultraleggero Robinson R22 marca Jade, il più usato al mondo dalle scuole di volo, nel capannone di una ditta della zona di Caiolo, per conservare meglio i rottami dell’apparecchio distrutto.
L’incidente aereo è imputabile a un’improvvisa avaria del monomotore, a un malore o a un errore umano di chi lo conduceva, ossia un uomo - la vittima - con alle spalle migliaia di ore di volo e una splendida carriera ? La Procura, al momento, non si sbilancia sulle ipotesi: è prematuro.
Ma è chiaro che qualche risposta potrebbe arrivare dall’autopsia in programma subito dopo Ferragosto. Gli inquirenti dicono, inoltre, che si dovrà stabilire con certezza il perché della presenza del 17enne sul biposto caduto, forse durante un tentativo di atterraggio d’emergenza. "Il minorenne non era a bordo per una lezione – assicura Roberto Grazioli, il titolare della storica azienda Eurotech di Caiolo con una sede anche a Roma con annessa scuola –. Basti pensare che era seduto al lato passeggero, diversamente sarebbe stato come sulle auto durante la scuola guida: al volante l’allievo aspirante patentato, a fianco il professionista che insegna. In questo caso il giovane era un semplice passeggero al quale vanno gli auguri di pronta guarigione".