Covid, la grande paura. Un sopravvissuto:: "Non scordiamo mai chi allora ci ha curato"

Cernusco Lombardone, la testimonianza di Ferruccio Amonini: "Ogni dieci nuovi pazienti ne morivano otto. Ero terrorizzato".

Covid, la grande paura. Un sopravvissuto:: "Non scordiamo mai chi allora ci ha curato"

Covid, la grande paura. Un sopravvissuto:: "Non scordiamo mai chi allora ci ha curato"

In ospedale l’ha accompagnato un amico, in automobile, con tutti i finestra abbassati. Lui non si reggeva nemmeno in piedi, figuriamoci guidare. E poi non c’erano soccorritori né ambulanze disponibili per portarlo in Pronto soccorso, perché i pazienti che chiedevano aiuto ai centralinisti del 118 erano troppi. Mancavano inoltre mascherine, anche a pagarle a peso d’oro. Per Ferruccio Amonini, 60enne di Cernusco Lombardone, quella sera di sabato 14 marzo 2020 è stato l’inizio di un incubo durato 40 giorni, l’incubo del Covid.

I medici e gli operatori sanitari della Terapia intensiva del reparto di Pneumologia, dove è stato immediatamente trasferito, lo davano per spacciato e almeno due volte è "arrivato davanti alle porte di San Pietro", come ricorda lui. Durante il lungo ricovero Ferruccio ha perso pure il padre senza nemmeno potergli dire addio, il suo papà Fiorenzo, che aveva 81 anni, ucciso dal quel maledetto mostro di virus che stava per portare via anche lui. "Non avevo proprio speranze di tornare a casa vivo – racconta Ferruccio -. I dottori, nonostante la loro grande dedizione il loro impegno giorno e notte, brancolavano nel buio, procedevano per tentativi, non conoscevano ancora la malattia. Ogni nuovi 10 pazienti che arrivavano ne morivano 8, una mattanza, ero terrorizzato, anzi certo che presto me ne sarei andato in quel modo terribile senza fiato anche io. Il pensiero di non farcela mi ossessionava... tutti quei morti accanto a me, è stato terribile".

Ferruccio invece ce l’ha fatta, non sa nemmeno lui come, né perché o perché proprio lui. "Sono un miracolato – ammette -. Ringrazio il buon Dio e mio papà Fiorenzo che ha guardato giù dal cielo e mi ha protetto. E ringrazio i medici, gli infermieri, gli oss, i miei angeli azzurri che mi hanno salvato".

Sebbene siano passati 4 anni, non passa giorno senza che li benedica: "Non li dimenticherò mai e vorrei che tutti ci ricordassimo di loro quotidianamente – prosegue Ferruccio -. Purtroppo invece in tanti si sono già scordati di loro, dei sacrifici e degli sforzi immani che hanno compiuto. Vale per noi cittadini, vale per i politici. Sono trattati come i soldati, acclamati durante la guerra, messi in un angolo in tempo di pace, mentre dovrebbero essere onorati sempre come eroi, perché senza di loro non avremmo mai vinto la guerra contro il Covid".

Lunedì scorso è stata celebrata la Giornata in memoria delle vittime della pandemia.