Bergamo non dimentica. La Giornata in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus, che cadeva ieri, è nazionale, ma affonda le radici in questa terra colpita dal Covid più delle altre - 700 morti nella sola città di Bergamo, oltre 6mila in tutta la provincia - ed è qui che si nutre del suo senso più profondo. Il 18 marzo, infatti, coincide con la data del 2020 quando le file di camion militari, per la prima volta, fecero la spola carichi di bare dal cimitero di viale Pirovano ai forni crematori di tutta Italia. In tutto, da marzo a maggio 2020, i Servizi cimiteriali del Comune dovettero gestire 3.800 salme. Da allora qui, il 18 marzo di ogni anno sono passate le più alte cariche dello Stato per rendere onore al dolore e alla forze delle genti bergamasche. Ieri mattina è toccato al commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni e al presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, che al cimiero monumentale di Bergamo hanno preso parte alla cerimonia di commemorazione delle vittime. "Le immagini dei carri militari con le bare - ha detto Gentiloni durante il suo intervento - hanno anche risvegliato la coscienza dell’Europa, la necessità di un grande intervento comune di solidarietà. Oggi sono qui per rendere omaggio alle vittime e alle famiglie e per ringraziare il personale sanitario. Il dolore di Bergamo e le immagini del 18 marzo hanno contribuito a fare cambiare idea all’Europa. A Bruxelles la prima risposta fu di chiusura assoluta, Francia e Germania vietarono l’esportazione di mascherine e respiratori, ed è incredibile come da quelle chiusure si sia passati alla solidarietà più grande". All’esterno della chiesa di Ognissanti del cimitero, è stata deposta una corona di fiori ai piedi della lapide che ricorda le vittime dell’epidemia. Successivamente Gentiloni, accompagnato dal sindaco Giorgio Gori, ha visitato l’area del camposanto dove è sepolta la maggior parte dei 700 cittadini bergamaschi deceduti per il Covid. Alla cerimonia erano presenti le principali istituzioni pubbliche, dal sindaco Giorgio Gori. al vescovo Francesco Beschi. al presidente della Provincia Pasquale Gandolfi fino all’assessore al Welfare Guido Bertolaso e al prefetto Giuseppe Forlenza. Duro il commento del sindaco Gori: "Per la sanità non è stato fatto abbastanza, servono più risorse". Michele Andreucci
CronacaCovid, la grande paura. Il ricordo di Bergamo: "Le bare con i militari sconvolsero l’Europa"