FULVIO D'ERI
Cronaca

Coronavirus, Sondalo: "Sempre accanto, fino all’ultimo"

La testimonianza di una caposala: qui si creano legami profondi e un grande spirito di squadra

Le bardature per evitare il contagio creano ostacoli al rapporto con i pazienti

Sondalo (Sondrio), 28 aprile 2020 - Un piccolo esercito di infermieri e operatori sanitari ogni giorno “combatte” in prima linea al fianco dei medici per riuscire a curare i malati di Covid 19. Succede in tutta Italia e succede anche all’ospedale Morelli di Sondalo dove operano oltre 250 addetti fra infermieri, operatori delle professioni sanitarie, operatori sociosanitari e assistenziali. A rotazione sui diversi turni sono 177 gli infermieri impegnati nei reparti Covid-19, oltre a 80 operatori sociosanitari e assistenziali.

«Le difficoltà nel trattare questa malattia risiedono nell’instabilità clinica dei pazienti che determina complessità di cura e assistenziale – spiega Tonino Trinca Colonel, dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche –. Ci troviamo ad affrontare una pandemia, quindi i bisogni assistenziali sono complicati dalla presenza di un virus contagioso, perché l’uso delle bardature, come sovracamici e scafandri, e dei dispositivi di protezione individuale limita il supporto relazionale, normalmente fatto di gesti, carezze e sorrisi. Rimane lo sguardo che diventa fondamentale per rassicurare il paziente".

Nel gruppo dei 177 infermieri impegnati al Morelli ci sono quelli con precedenti esperienze in terapia intensiva, semintensiva respiratoria e in pneumologia. Sono tanti gli infermieri che volontariamente hanno scelto di spostarsi a Sondalo da altri ospedali. L’80 per cento è rappresentato da donne, vi sono valtellinesi e valchiavennaschi ma anche molte persone provenienti da fuori provincia. "Non ci sono state esitazioni e nessuno si è tirato indietro, anzi in molti si sono proposti per lavorare nei reparti covid-19 – - sottolinea con orgoglio Trinca Colonel –. Con grande senso di responsabilità hanno messo a disposizione la loro esperienza e le loro competenze, seguendo la formazione e producendo uno sforzo straordinario. Dobbiamo ringraziarli tutti, infermieri, operatori sociosanitari e assistenziali, per come si sono dedicati ai malati, rispondendo al bisogno di cura e di affetto, sopperendo alla lontananza dei familiari".

La testimonianza diretta è di Cristiana Franzini, valtellinese di Grosio, caposala della Terapia intensiva Covid-19 dall’inizio di marzo, ma che conosce a fondo il reparto dove lavora dal 1992. "Questa emergenza sanitaria ha unito le persone fuori ma anche dentro l’ospedale – spiega –, noi operatori abbiamo fatto gruppo lavorando come una squadra. Abbiamo assunto tutte le precauzioni, osservato i protocolli e tra di noi nessuno è stato contagiato. Come infermieri abbiamo cercato di compensare la lontananza dai parenti facilitando telefonate e videochiamate non appena le condizioni lo consentivano. L’esperienza più toccante, devastante dal punto di vista umano, è la morte in solitudine a cui questa malattia ha obbligato: noi siamo stati sempre presenti, vicini ai pazienti fino all’ultimo istante di vita".

Il dirigente Trinca Colonel guida infermieri e operatori sociosanitari e assistenziali attraverso diversi collaboratori: Lucia Strambini è la responsabile dell’Ufficio infermieristico di Sondalo. I coordinatori dei reparti covid-19 sono Cristiana Franzini, Ada Ferrari, Noris Partesana, Beatrice Arighi, Anna Da Prada, Laura Pruneri, Nicoletta Sassella, Eleonora Strapazzon, Carla Menini, Paola Parolini, Fabrizio Gammino e Monica Mozzi. Oltre ai tecnici di radiologia coordinati da Davide Mazza.