DANIELE DE SALVO
Cronaca

Concorso da rifare al Manzoni “Tegola” sulla Neurochirurgia dopo la scelta del primario

Lecco, ad appellarsi ai magistrati e presentare ricorso è stato uno dei pretendenti al posto .

Concorso da rifare al Manzoni “Tegola” sulla Neurochirurgia dopo la scelta del primario

di Daniele De Salvo

LECCO

Il concorso per scegliere il nuovo primario di Neurochirurgia dell’ospedale di Lecco non è valido. Lo hanno stabilito i giudici del Tribunale del capoluogo, che, nei giorni scorsi, hanno decretato l’illegittimità della delibera firmata a fine maggio 2022 dai dirigenti della sanità pubblica lecchese, per attribuire al dottor Maurizio Piparo l’incarico quinquennale di nuovo direttore della struttura dell’unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’Alessandro Manzoni.

La sentenza risale al 24 luglio 2023. Ad appellarsi ai magistrati e presentare ricorso è stato uno dei pretendenti al posto che hanno partecipato alla selezione, ma che, evidentemente, non è stato scelto. Il camice bianco sostiene che ci siano state delle irregolarità e ha chiesto che il primariato venisse assegnato a lui, o, in subordine, che venisse ripetuta la procedura e gli fosse nel contempo riconosciuto il risarcimento dei danni subiti dalla sua mancata nomina a capo del reparto di Neurochirurgia. Sebbene solo in parte, ha avuto ragione lui, poiché pure secondo i togati la procedura selettiva deve essere rinnovata.

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I motivi del verdetto non sono al momento noti: all’albo pretorio dell’Asst di Lecco, sebbene si tratti di affari pubblici, non sono indicati nemmeno le generalità di chi ha presentato ricorso e neppure dei suoi avvocati per permettere di approfondire la vicenda; ci sono gli estremi del procedimento e la presa d’atto che il concorso non vale più. I manager dell’Asst Lecchese non intendono inoltre rilasciare dichiarazioni né spiegazioni in merito: "Attendiamo di conoscere le motivazioni della conclusione da parte del giudice del tribunale", si limita a dire il direttore sanitario Vito Corrao. Per il momento, mentre nei piani alti di via dell’Eremo stanno decidendo se ricorrere in Appello, all’atto pratico sembra non debba comunque cambiare nulla. "L’eventuale cessazione dell’incarico in esame non comporta la risoluzione del rapporto di lavoro instaurato con il vincitore della procedura in esame", è l’interpretazione che forniscono.