
Paolo Di Gregorio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Cino, 26 novembre 2020 - «Sonia mi manca molto. Quando mi reco al cimitero mi piego sulla tomba a pregare e non riesco a trattenere le lacrime. Ogni volta che una figlia viene ammazzata, per il padre se ne va un’importante parte di vita. A poco a poco, in questi anni, sto perdendo la vista per colpa dei tanti dispiaceri. Non riesco più a guardare la tv, a leggere il giornale. I responsabili dell’uccisione non hanno pagato, mentre la mia famiglia è devastata dal dolore". A parlare è Paolo Di Gregorio, 72 anni, siciliano verace da anni trapiantato a Cino con la moglie valtellinese Mirella De Romeri: la figlia Sonia, venne uccisa a ventanni a coltellate dal marito dal quale si stava separando. Avevano una bimba di 2 anni e la donna, alcuni giorni prima, aveva presentato denuncia, contro le violenze che subiva, direttamente in Procura a Sondrio.
"La denuncia venne dimenticata in un cassetto - ripete da anni papà Paolo che con l’Associazione italiana vittime della violenza si è adoperato affinchè a Cino nasca una Casa aperta alle vittime in accordo col Comune - e così mia figlia, il 21 gennaio 2000, fu uccisa. Ecco perchè io più che avercela con il suo assassino, che ebbe una mini-condanna a 11 anni e 4 mesi, scontandone pochi, pur essendo stato riconosciuto socialmente pericoloso, ce l’ho con i magistrati di allora i quali avrebbero potuto fermare in tempo il suo omicidio e, invece, non lo fecero. Anche se ci fosse stato già allora il “Codice Rosso“ non sarebbe cambiato molto: dipende sempre dal magistrato a cui capita il fascicolo, dalla sua sensibilità, dalla sua attenzione".
" In ogni caso - dice Di Gregorio, doppia cittadinanza italiana e svizzera avendo lavorato 45 anni nel campo dell’elettronica nella Confederazione elvetica - siamo stati abbandonati dallo Stato che non dovrebbe mai dimenticare gli orfani dei femminicidi: i bambini dovrebbero essere aiutati a crescere in modo sano, non tutti hanno la fortuna di potere contare su nonni giovani. I minori come fanno a crescere senza una mamma e un papà? È elevato il rischio che seguano percorsi di devianza. Non mi stancherò mai di chiedere giustizia. “Sarò io stesso a darle una risposta“, mi aveva promesso, nel febbraio 2017, il presidente Mattarella, quando lo incontrai a Roma. E pure il ministro Bonafede mi promise un’inchiesta su chi ha permesso il delitto. Sto ancora aspettando le loro risposte.Dopo tre anni".