A Chiavenna la bottega del caffè: l’ingegnere, la stufa e l’oasi d’artigianato

Rodolfo Lattuca, siciliano di origine trasferitosi a Chiavenna ormai sette anni fa, è il titolare de “Il caffè del crotto”, inserito in un contesto carico di tradizione come quello di Pratogiano

Rodolfo Lattuca (Anp)

Rodolfo Lattuca (Anp)

Chiavenna (Sondrio), 28 settembre 2019 - Un ingegnere in bottega. Rodolfo Lattuca, siciliano di origine trasferitosi a Chiavenna ormai sette anni fa, è il titolare de “Il caffè del crotto”, inserito in un contesto carico di tradizione come quello di Pratogiano. Aperto nel 2015, il locale era in disuso da tempo. Utilizzato in precedenza come laboratorio per effettuare riparazioni di computer, è stato riqualificato dal titolare. «All’interno c’erano due termosifoni – racconta Lattuca, già direttore del settore Ricerche di Mercato e Sondaggi del Laboratorio di Ricerca Nikola Tesla di Milano – le conoscenze che avevo in materia mi sono servite per progettare e creare, a partire da quello che era presente, il macchinario per tostare i chicchi di caffè. Che ha anche la duplice funzione di riscaldare il locale». Il congegno alla base del suo funzionamento è una stufa, alimentata esclusivamente con legno di rovere. «Questo perché – spiega – presenta delle resine interne che non interferiscono con il sapore. Inoltre contiene tannini, che hanno la proprietà di conservare il prodotto finale». I chicchi vengono introdotti in un tamburo rotante che li fa tostare lentamente, dai quaranta ai quarantacinque minuti circa, a una temperatura controllata di 220°C. Da un po’ di tempo a questa parte, Lattuca sta sviluppando una serie di nuovi prodotti derivati dal caffè: «Il liquore, ad esempio, ma anche la pasta, dalla forma e dalla consistenza che richiamano i pizzoccheri valtellinesi, oppure i cioccolatini. Questi verranno prodotti in maniera artigianale. Verrò supportato da due ragazzi di Chiavenna che hanno frequentato la scuola Alma di Gualtiero Marchesi. Altra novità sarà una linea di cosmesi al caffè, sempre nello stile di un tempo». Il tutto con l’intenzione di lanciare un messaggio molto chiaro: «Che le produzioni industriali sono bandite da questa esperienza – conclude –. La volontà era quella di creare una vera e propria bottega, perché il negozio ormai è un concetto troppo allargato. L’industria in questi anni ha fatto terra bruciata di queste particolari esperienze. L’obiettivo è quello di riuscire a creare alcune “oasi” in contrasto a questa tendenza. Il locale a Pratogiano è nato appunto con la consapevolezza di far passare questo messaggio».