Carta solidale Sondrio: per la Cgil non è abbastanza per i beni primari

La "Carta solidale" per gli acquisti di prima necessità è un provvedimento tampone per pochi in provincia di Sondrio. Secondo la Cgil e lo Spi, l'entità economica è insufficiente a rispondere ai bisogni di chi è in difficoltà, servono interventi strutturali.



Carta solidale Sondrio: per la Cgil non è abbastanza per i beni primari

Carta solidale Sondrio: per la Cgil non è abbastanza per i beni primari

La carta solidale per gli acquisti di prima necessità è solo un provvedimento tampone che coinvolge pochissime persone in provincia di Sondrio. È questo il giudizio, negativo, del provvedimento ideato dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che eroga, tramite una carta prepagata rilasciata solo alle persone bisognose secondo diversi parametri, un sostegno economico di 382,50 per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Saranno circa 233 le famiglie sondriesi a beneficiare della "Carta solidale per acquisti di beni di prima necessità". "È una misura che rappresenta un provvedimento tampone – sostengono Michela Turcatti e Leonardo Puleri, della Cgil Funzione pubblica provinciale e Sandro Bertini, dello Spi, il sindacato dei pensionati della Camera del lavoro -; una "soluzione" una tantum per una platea di beneficiari estremamente limitata e che non tiene conto del crescente ampliamento delle nuove povertà. Considerata la crisi in atto, la disoccupazione, la precarietà del lavoro, i bassi salari e le basse pensioni, soprattutto in Valtellina come dimostrato da numerosi studi che ci collocano tra le province lombarde con reddito pro-capite e una media degli assegni pensionistici più bassi a livello regionale, si comprende quanto limitato sarà il ristoro. Sicuramente non è quello che ci vuole, non è una misura di solidarietà sufficiente".

E ancora: "L’introduzione della Carta solidale dimostra, del resto, che di misure di solidarietà e sostegno c’è bisogno quando la crisi incalza e la povertà cresce". Una carta solidale ma non per tutti, proseguono dalla Cgil "che limita e delimita la platea dei possibili beneficiari e soprattutto ha un’entità economica pari ad un caffè al giorno, insufficiente a rispondere ai bisogni anche solo alimentari dei cittadini in difficoltà. È necessario valutare interventi strutturali". F.D’E.