
Morbegno, intitolazione della caserma dei carabinieri alla memoria di Marco Pittoni (N.P)
Morbegno, 16 aprile 2016 - Aveva solo 33 anni il tenente dei carabinieri Marco Pittoni quando, il 6 giugno 2008, perse la vita nel tentativo di sventare una rapina, in corso nell’ufficio postale di Pagani (Salerno). Figlio e fratello di carabinieri (entrambi con un trascorso nel comando provinciale di Sondrio) il giovane ufficiale dell’Arma era nato nel capoluogo valtellinese. E proprio la Valtellina, oggi, gli ha reso omaggio: nel corso di una cerimonia, infatti, gli è stata intitolata la stazione carabinieri di Morbegno. Tante le autorità militari e civili giunte nella città del Bitto per ricordare il sacrificio del militare, ma anche i comuni cittadini che hanno assistito alla cerimonia svoltasi nel piazzale antistante la caserma, alla presenza del picchetto d’onore agli ordini del capitano Claudio de Leporini, e dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma.
A fare gli onori di casa il sindaco Andrea Ruggeri, che dopo aver sottolineato l’importanza del momento e aver ringraziato i Carabinieri per l’attività svolta, ha dato lettura di un messaggio inviato dalla famiglia Pittoni. Assenti per motivi di salute, i genitori del tenente hanno voluto ringraziare il comando provinciale dell’Arma e il Comune di Morbegno per il pensiero riservato al congiunto insignito nel 2009 della Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Ha poi preso la parola il colonnello Paolo Ferrarese, comandante provinciale dell’Arma, che dopo aver ricordato il gesto eroico di Pittoni, ha commentato: «Rimane il dolore, ma questo sacrificio non è stato vano perché ci ha lasciato valori immortali, come la competenza e la lucida volontà di imporre la legge fino al sacrificio della vita.
La targa che verrà scoperta all’interno della stazione rimane come un testamento spirituale e culturale, fatto di impegno nel servire i cittadini. Sarà una guida al nostro operato quotidiano che deve essere ispirato dallo spirito di servizio e dalla lealtà». Facendo uno strappo al cerimoniale il colonnello ha poi introdotto l’intervento del capitano Luca Emilio Mechilli, comandante la Compania di Tirano, che aveva conosciuto personalmente il giovane ufficiale ucciso. «Dodici anni fa lo avevo sostituto per un breve periodo al comando di una stazione sul Lago Maggiore e subito ero rimasto colpito dalla stima provata nei suoi confronti dagli uomini ai suoi comandi. Marco aveva forza, umiltà, equilibrio e generosità – ha ricordato Mechilli con affetto – E’ caduto da eroe, il suo è un sacrificio di altissimo valore».