Formaggio bitto contraffatto: perquisizioni e sequestri della Guardia di Finanza

L’inchiesta è condotta dalla Procura. I primi indizi risalgono al 2022

Guardia di Finanza in azione in un allevamento

Guardia di Finanza in azione in un allevamento

Sondrio, 31 maggio 2023 – Formaggio bitto contraffatto: su questo sta indagando da alcuni mesi la procura di Sondrio. Il sospetto è che sia stato somministrato mangime in quantità superiore o in qualità diversa da quella prevista dalle regole di produzione del 'Bitto' dop, per contraffare così il tradizionale formaggio valtellinese.

Sette nuove perquisizioni

Dopo i primi approfondimenti, sono state disposte sette nuove perquisizioni, eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza e dagli ispettori dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icorf) Lombardia presso domicili e sedi delle aziende di diversi imprenditori agricoli valtellinesi iscritti nel circuito di produzione del 'Bitto' dop.

I documenti sequestrati

Grazie alle perquisizioni - fa sapere una nota, firmata dal procuratore di Sondrio, Piero Basilone - è stata rinvenuta e posta sotto sequestro “importante documentazione contabile ed extra-contabile utile alla ricostruzione del sistema fraudolento, in coerenza e in parte anche ad integrazione degli elementi probatori già acquisiti dalla polizia giudiziaria delegata".

I primi indizi

Dalle prime indagini, con perquisizioni, sequestri, accertamenti tecnici e acquisizioni documentali, risalenti al 2022, i funzionari dell'Icorf avevano acquisito già i primi indizi di contraffazione del formaggio dop, attraverso appunto la somministrazione di mangime in quantitativi eccedenti (talvolta, la difformità ha riguardato anche la qualità) rispetto a quanto previsto dal disciplinare di produzione.

L’attività di controllo

"L'attività di controllo preventivo e quella di perseguimento di eventuali reati commessi da pochi produttori iscritti al circuito della dop Bitto garantisce, soprattutto - sottolinea la nota della procura di Sondrio - la preservazione della fama e della reputazione del prodotto, che passa anche attraverso la repressione della concorrenza sleale perpetrata da chi mira a sfruttare la fama del prodotto dop senza rispettarne le onerose regole di produzione".